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Viaggio nella cultura del cinepanettone

"I Cinepanettoni hanno avuto il coraggio di vomitarci addosso ciò che siamo diventati"

Locandina Vacanze di Natale

Pochi giorni mancano a Natale, alle grandi ed attesissime abbuffate, alle orgie di cibo e vino rosso in compagnia di trisnonni e pronipoti, di cugini di campagna e di ricchi zii d’America.  Ah, il Natale, quanta magia nell’aria.. profumo di castagne abbrustolite, di crostate alla crema, di lasagne succulente e arrosti di coniglio in porchetta..

Ah, il Natale, crocevia di amici e parenti, di bustarelle, cesti di frutta e pacchetti…di luci colorate che strozzano i rami plasticosi dei polverosi abeti addobbati nel salotto, mentre grandi e piccini si riuniscono attorno alla tavola imbandita, tutti ben vestiti e accessoriati di buoni propositi in attesa del caldo e croccante Cinepanettone di fine serata.

Tutto questo fino al 2011, quando con grandissimo dolore dei palati più semplici… e con immensa gioia di quelli più “raffinati” (più per Moda che per Gusto vero e proprio)… la grande Pasticceria Aurelio De Laurentis annunciò che lo chef Neri Parenti e tutto il suo staff, non avrebbero sfornato più uno, e dico Un Solo, Cine-Panettone!

Quanta amerazza, quanti lieti ricordi d’infanzia vedo svanire dietro i cancelli incatenati ed arrugginiti delle premiata ditta Filmauro. Quante risate senza pretese, lacrime agli occhi senza tracce di ironia, nessun sorriso sottile o sarcastico, solo sganasciamenti di petto e di stomaco.

Ricordo sale cinematografiche impregnate di “squaquaraquà” di donnicciole un po’ ingenue, faccioni rossicci per gli sforzi di pancia per quella o quell’altra battuta poco intelligente, per il respiro mancato e per la troppa zuppa inglese della suocera.

Anonimi, Volgari, Ripetitivi, Zozzi, Stupidi, Banali… ah, quanto erano banali, scontati, e clonati i nostri Cine panettoni, ma quanto ci hanno tenuto compagnia, permettendoci di concludere in allegria il giorno di Natale, lasciandoci bisbigliare le battute più carine nel tragitto di ritorno dal Cinema verso casa, invece di ringarbugliarci le meningi per i soliti maliziosi commenti del suocero a tavola o degli occhioni civettuoli del proprio marito con la nuova cognata? E quanto ci hanno fatto sentire migliori dei propri sfortunati o ridicoli protagonisti, del cinquantenne cornuto o del maschio alfa impotente? ma soprattutto… quanto ci rappresentavano?

Pochi ingredienti bastavano per portare a casa un successo: una vaschetta di Massimo Boldi, un pacco intero di Christian De Sica, una manciata di parolacce, amare o dolci a seconda dei gusti, due spruzzate di volgarità, culi e tette quanto basta e in conclusione una bustina di Cortina D’Ampezzo che parimerito con la Vanillina rendeva tutto più buono e più… sfizioso.

Certo poi, per variare, anno dopo anno si è tentato di cambiare un ingrediente, una volta Miami, una volta il Nilo, una volta Amsterdam, e così via.. tanto per rimanere originali.

La cosa fondamentale, per aumentare a dismisura gli incassi, era sfruttare di anno in anno la meravigliosa silhouette della soubrette di turno, e per silhoutte si intende il di lei Lato M da mastoplastica additiva, Lato R, da rinoplastica e lato B, sperando che quello di cui la stessa dispone dalla nascita e dietro il quale l’Italiano medio sbava senza ritegno.. sia almeno il suo.

Non siamo quì però a criticare i Cinepanettoni anzi, a questo ci pensano già i finti intellettualoidi che preferirebbero concludere la sera di Natale davanti ad un buon Libro stucchevole di poesie ucraine o alla per l’amor di Dio Meravigliosa… ma incredibilmente lunga visione de La Dolce Vita di Fellini, piuttosto che ammettere che guardarsi Un Cinepanettone l’anno non abbassi di gran lunga il quoziente intellettivo medio del popolo Italiano.

Quindi, ripetendomi, non siamo qui per “sputare” nel piatto in cui il Cinema Nostrano degli ultimi venti anni ha mangiato senza conservare una sola mollica di pane, anzi.. di panettone.

Molti, e quando dico molti dico i Critici sinistrorsi, che non sono orsi di sinistra ( o forse sì?) ma semplici difensori del cinema impegnato, impegnati (perdonate il gioco di parole) a lamentarsi delle decrepite condizioni della nostra industria cinematografica, non ricordano.. o forse non vogliono ricordare… di come, questa industria sia andata avanti per molto tempo attingendo le braccine nella “cassa comune” riempita ogni nuovo anno dagli incassi ottenuti al botteghino con le volgarità di Boldi e le scorregge di De Sica.

Siamo un popolo di politici scorreggioni e puttanieri? Siamo un popolo di mondani e ninfomani? Siamo un popolo di ignoranti e razzisti?Si, e non ce n’è da andarci fieri… ma almeno i Cinepanettoni hanno avuto il coraggio di vomitarci addosso ciò che siamo diventati….e se ad oggi persino queste scarse e volgari commedie hanno dichiarato fallimento.. non oso pensare che cosa sia successo a Noi Italiani.

Giulia Betti
Pubblicato Domenica 14 dicembre, 2014 
alle ore 14:07
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