Alberto Sordi ai raggi X d’un acuto quanto “impietoso” Maurizio Liverani
... come del resto è sempre stato: figuriamoci al traguardo delle sue prime 86 primavere - FOTO
Un prestigioso traguardo che ha voluto casualmente festeggiare giovedì 27 novembre alla biblioteca Antonelliana di Senigallia con la presentazione del suo nuovo libro “Sordi racconta Alberto”, di fronte a un numeroso pubblico. Pubblico intervenuto per ascoltare la sua oramai risaputa oratoria sempre farcita di aneddoti e personaggi che inaspettatamente escono fuori come da un cappello a cilindro di un valente prestidigitatore.
Immancabile al suo fianco Barbara Soffici che, seppur con un pizzico di emozione, ha svolto il lavoro più difficile: quello di ricordarci quanto Maurizio Liverani, nel corso di questa lunga carriera, ci abbia insegnato, scritto e deliziosamente portato sulle scene. E lo fa elencando gli innumerevoli personaggi che il maestro ha conosciuto e di cui puntualmente ha narrato, con dovizia di particolari e senza peli sulla lingua, sia i pregi che i difetti. Barbara, questa la sua grande dote, lo ha fatto in punta dei piedi, dettagliatamente, ma, nel timore di rubargli spazio e visibilità, rapidamente e con estrema modestia.
Altrettanto ben congeniata e studiata la presentazione del volume da parte dell’esperto cinematografico Federico Pergolesi che, in chiave di “intervistatore” di Liverani, ha saputo mettere in rilievo, acuendo l’interesse per i tre personaggi: Maurizio, Sordi ed Alberto, non dimenticando il periodo in cui l’intervista fu fatta.
Ho lasciato passare qualche giorno prima di scrivere su queste mie quattro righe, che non hanno di certo la pretesa di essere una critica sul contenuto del libro: non potrei permettermelo né come capacità né quantomeno per timore di varcare indegnamente quella soglia di rispetto nei confronti di Maurizio. Quindi se ci scrivo su queste modeste parole è anche per confermare quanto sottolineato dal nostro assessore alla cultura Stefano Schiavoni che, in fase di presentazione del volume, ha sottolineato giustamente come i libri di Maurizio Liverani ti prendano per essere letti tutti d’un fiato.
Indubbiamente apprezzo le doti del Maurizio Liverani scrittore e giornalista ma, principalmente, quella che ritengo esser la principale: la capacità di sintesi senza scordare i dettagli. Potrebbe sembrare un’affermazione contradditoria la mia, ma credo che così non sia.
Nell’ultima di copertina di “Sordi racconta Alberto” in solo nove righe ci propone la foto del vero Albertone come non lo abbiamo mai pensato. E la frase che estrapolo: “… Sordi non è il solito attore che fa ridere; egli ha la nozione e il sentimento delle cose della vita…” ti invita ed invoglia, oltre a che pensare, a partire con la lettura che per qualche ora ti terrà impegnato.
Avverto che si avrà bisogno ogni tanto, di porre l’indice della mano a mo’ di segnalibro, riflettendo su questo personaggio che si racconta quando aveva soli quarantasei anni, ma che è attuale anche al giorno d’oggi.
Ma chi dà freschezza ed attualità a questa intervista è, non dimentichiamolo, la penna rimasta sempre giovane del nostro Maurizio Liverani. Quello che mi è balenato dopo la lettura di questo libro, è stata l’impossibilità di poter soddisfare le tante curiosità che ti vengono a mente e che ti restano così in sospeso. Bisognerebbe prima leggere il libro e poi partecipare all’incontro.
Cosa che mi sono preposto per la prossima volta, dal momento che in cantiere, come sia Maurizio che Barbara ci hanno rivelato, sono in fase avanzata altri due libri. Uno di questi dovrebbe avere per oggetto la “rottamazione” del lavoro del “regista” visto in chiave politica ed immagino non certo velatamente polemica. Però questa volta cercherò di organizzarmi meglio, nell’interesse della mia egoistica soddisfazione personale, sottoponendogli tutti i dubbi che avrò.
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