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L’amore, l’amicizia e la vita ai tempi delle sitcom

Screenshot prosegue il suo viaggio nelle serie che stanno monopolizzando il piccolo schermo italiano

Netservice - Editoria on-line
Friends

Buongiorno a tutti cari lettori, oggi per la rubrica “Consigli Esistenziali” prepareremo una “Vita da Sogno”. Gli ingredienti da avere sotto mano sono : tanti amici sempre in casa ad intrufolarsi nelle nostre questioni sentimentali, un amore fatto di continui e stimolanti alti e bassi e tanta passione, un lavoro magnifico che ci faccia sentire bene e realizzati agli occhi altrui, una casa ben arredata e colorata e niente drammi che possano rompere il nostro equilibrio psicologico. Per finire, capelli sempre fatti, look eccellentemente curato e naturalmente guancette incipriate

Ecco, questo è ciò che ci insegna la nostra amatissima televisione e le sue preziosissime serie tv americane dai sorrisi patinati, avventure improbabili e ritmi narrativi totalmente inverosimili.

Nella vita dei protagonisti delle sitcom la noia non esiste e la tristezza e la morte non hanno gli stessi effetti nei personaggi come li hanno ahimè nella vita vera. In questo genere di programmi, frizzanti e allegri ciò che importa è far sorridere lo spettatore e permettergli di aggrapparsi ad una realtà alternativa, perfetta, sulla quale cercare di imbastire la propria, naturalmente senza informarlo che il risultato non sarà mai il medesimo e che probabilmente ciò che gli resterà sarà solo un’amara delusione, senza gli “Ohh…” di sottofondo.

La cosa triste è che quando facciamo una cosa buffa nella vita vera non c’è pubblico che ride con noi, quando ci comportiamo eroicamente non ci sono applausi ad avvolgerci, quando veniamo feriti non abbiamo sospiri e gemiti di comprensione e tenerezza. Nella vita vera siamo soli, e nessuno ci guarda, nessuno tifa per noi, nessuno si rallegra per le nostre conquiste. Nella vita vera non ci sono spettatori e soprattutto non ci sono ellissi temporali. Ci sono momenti bui, momenti vuoti, momenti di totale depressione anche nell’individuo più solare del mondo. Nella vita vera gli amici non sono sempre sinceri, presenti, e non sono sempre al nostro fianco e non sempre, purtroppo arriva il lieto fine.

Chi non vorrebbe avere amici come quelli di Friends? Chi non vorrebbe essere nei panni di Rachel, di Monica o di Ross? Chi non vorrebbe avere sempre in casa il calore umano di una strampalata cantautrice stonata come Phoebe o di un affamato cronico e pessimo attore come Joey? Chi non vorrebbe avere amici simpatici e pazzi come Marshall e Lily di How I Met Your Mother, e chi non venderebbe la propria nonna per svegliarsi la mattina con accanto Sheldon Cooper?

Chiunque, chiunque abbia seguito almeno una di queste serie tv, se ne sarà pazzamente innamorato e avrà atteso eccitato l’uscita delle nuove stagioni, perché una volta entrato nel circolo vizioso delle sitcom, non ne è più possibile uscirne.

Ho avuto modo di conoscere gente che invece di vivere la propria vita passa intere settimane a guardarsi tutte le puntate di tutte le stagioni di Big Bang Theory o How I Met Your Mother, perché ritrova in quei personaggi quel tipo di amici che gli mancano. Tutti vorremmo vivere la vita di Ted, per avere compagni strampalati come Barney, cacciatore di donne incallito, sempre pronto a coinvolgerci in avventure stravaganti, così come Jess di New Girl, tanto eccentrica quanto bellissima, imbranata e fragile, ma anche così divertente e imprevedibile.

Ci piace, ci piace da morire scavare nelle loro psicologie, intrufolarci nei loro momenti di intimità, scovare i loro punti deboli e godere dei comici equivoci e disguidi in cui cadono vittime.

Oggi, che tutto questo mondo è accessibile all’istante, non si assumono più gradualmente, ma si fanno vere e proprie scorpacciate di puntate che ci abituano più alla “loro” vita piuttosto che alla nostra. È per questo motivo che quando poi spegniamo il televisore o abbassiamo il monitor del Pc, tutto il brio scompare e quelle luci surreali si trasformano nel chiarore lattiginoso delle nostre lampadine, ci guardiamo intorno e ci ritroviamo in una casa vuota, in cui sarebbe inutile aspettare il Toc Toc della nuova vicina di casa euforica e frizzante che ha bisogno di usare la doccia, perché queste cose accadono solo nei film e noi lo sappiamo bene.

È proprio questo il momento in cui la demoralizzazione ci assale e ci sentiamo investiti da un senso di inutilità, ci sentiamo stritolati da un’esistenza che non crediamo essere quella adeguata a noi, poiché noi siamo tipi da case sovraffollate da amici, noi abbiamo bisogno di persone insicure e buffe come Raj Koothrappali e del suo yorkshire per stare bene, per sentirci veramente in compagnia. Le nostre fidanzate devono essere necessariamente impacciate e sexy come Jess, belle e viziate come Rachel, schizofreniche e leali come Monica… i nostri amanti devono essere instancabili come Ross, devoti e adulatori come Leonard, totalmente strambi come Howard Wolowitz.

E allora cosa potrà accaderci se non sapremo più vivere le nostre esistenze se non in simbiosi con i nostri amici virtuali delle sitcom. Si può sopravvivere aggrappati ad un idea di vita che non esiste? In cui le persone hanno tanto tempo libero e il lavoro sembra quasi non rubargli neppure un’energia vitale?

Certo questo tipo di intrattenimento non è salutare, ma ci fa stare bene, ci fa sorridere e ci tiene compagnia. La cosa preoccupante e veramente triste è che mentre noi ci sentiamo totalmente immersi in quel mondo parallelo, all’occhio di un Hitchcockiano fantomatico Voyeur siamo unicamente persone sole davanti ad uno schermo acceso.

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