Al San Rocco i racconti dell’alluvione negli scritti di nove autori senigalliesi
Negli interventi il dolore di perdere, non solo le cose materiali, ma soprattutto i ricordi
Che cosa è successo davvero la mattina del 3 maggio a Senigallia, una data che ha sconvolto la città e ne ha cambiato per sempre la sua storia? Da dove veniva quel fango, che cosa ha coperto e portato via? E i volti dei tanti giovani che si sono prestati subito per dare una mano: perché “non possiamo non essere lì”?
Sabato 8 novembre all’auditorium San Rocco, alla presenza degli autori, delle autorità cittadine e dell’editrice Catia Ventura, è stata presentata Tremaggio, l’antologia curata da Antonio Maddamma, con un testo di Massimo Cirri e gli scritti di Andrea Bacianini, Leonardo Badioli, Enrico Carli, Catherine Cipolat, Pelagio D’Afro, Paolo Mirti, Mariangela Paradisi, Luca Rachetta e Paolo Valenti. Testi che hanno suscitato l’interesse e la sensibilità di molti cittadini.
Le parole di Antonio Maddamma e del Sindaco Maurizio Mangialardi hanno catturato il cuore dei numerosi presenti, riportandoci indietro di qualche mese, a quel fatidico tre maggio. “Quel fiume nuovo, sconosciuto, ha cancellato ricordi, immagini – ha detto il sindaco Mangialardi – ci ha tolto un pezzo della nostra città. Ogni persona ha un pezzo di storia da raccontare e una ricostruzione da fare”.
Maddamma ha presentato i nove scrittori, ognuno dei quali ha letto un frammento del proprio lavoro. “Ho preso l’impegno di mettere insieme una compagine di autori senigalliesi che, con il metodo della narrativa, raccontano la storia dell’alluvione”, queste le sue parole.
Negli interventi degli autori il dolore di perdere, non solo le cose materiali, ma soprattutto i ricordi, ricordi del passato, frammenti della nostra vita. Quel mare di acqua e fango si è portato via tre vite e questo non lo dimenticheremo mai.
A concludere questo evento è stato il fotografo Mirko Silvestrini, intervenendo sul rapporto tra fotografia e letteratura: “Il linguaggio delle lettere è uguale a quello delle foto. La fotografia è un mezzo che ci permette di condizionare la percezione del mondo. Prendiamo consapevolezza che proprio in questi contesti siamo effimeri, labili“. Le sue foto sembrano sconvolgere la realtà di quel giorno: lo stupore negli occhi dei bambini, la positività di una ragazza in bicicletta e di alcuni ragazzi extracomunitari, a raccontare la positività del lavorare insieme per elaborare quel trauma.
Domenica 9 novembre alle ore 11 il libro è stato inoltre presentato alla “Festa del Misa”, organizzata dall’associazione Confluenze. E’ metaforico e sorprendente presentare un libro, che racconta il disastro dell’alluvione, in un luogo dove si celebra il Misa: d’altronde non dobbiamo dimenticare che il fiume è, e sarà sempre, parte integrante della nostra città.
da Editrice Ventura
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