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Severini tra i relatori di un convegno sul ruolo dei Carabinieri nella Resistenza

Altre tre iniziative in calendario, fino al 12 dicembre, per l'Associazione di Storia Contemporanea

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Marco Severini col suo ultimo volume

Si è appena concluso a Saluzzo, in provincia di Cuneo, un Convegno di studi organizzato dall’Istituto storico della resistenza di Cuneo e dall’Arma dei Carabinieri, nel bicentenario della nascita dell’Arma e nel 70° anniversario della Resistenza.

Ne sono scaturite interessanti suggestioni per il settore della ricerca storica che deve servirsi di uno spettro sempre più ampio di fonti, da quelle territoriali a quelle situate in archivi nazionali e internazionali. Importanti indicazioni sono state offerte dalle relazioni, tra le tante, del generale Vincenzo Pezzolet, della prof.ssa Maria Gabriella Pasqualini, e dei proff. Livio Berardo, Michele Calandri e Carla Antonini.

Tra i relatori del convegno, il prof. Marco Severini (Università di Macerata), presidente dell’associazione di Storia Contemporanea che ha sede a Senigallia, ha trattato delle vicende di due carabinieri piemontesi che hanno prestato servizio, tra 1943 e 1944, nel territorio marchigiano.

Uno è famosissimo, Carlo Alberto Dalla Chiesa (nato a Saluzzo il 27 settembre 1920), il quale, futuro protagonista della lotta alla mafia, nella tarda estate del ’43 ricevette come prima nomina il comando della tenenza di S. Benedetto del Tronto, alla vigilia del famigerato 8 settembre ’43 che per alcuni storici è stato “la morte della patria” e, per altri, il segno di riscatto e di riscossa della comunità nazionale. Il ventitreenne Dalla Chiesa non tentennò e si schierò dalla parte dei partigiani, entrando nella banda Postiglione, lottando a rischio della vita contro i tedeschi e contribuendo a mettere in salvo da questi ultimi la cospicua flottiglia sanbenedettese.

Il convegno ha ribadito come i due compiti essenziali dell’Arma siano stati nella storia la fedeltà al governo legittimo e la difesa del territorio. Questi furono gli ideali di un intrepido brigadiere di cui purtroppo le istituzioni e la memoria collettiva si sarebbero presto dimenticate, cioè Ernesto Bergamin (nato a Savigliano il 26 febbraio 1909) che, il 24 giugno 1944, venne fucilato dai tedeschi a Pozzuolo di Camerino per essersi rifiutato di consegnare la propria arma agli occupanti.

Anche Bergamin compì una scelta resistente – entrò nel battaglione “Fazzini” – e con coraggio si era posto, di fronte al cannoneggiamento nazista, in difesa della gente del luogo, per lo più donne, anziani e bambini, atterriti dal forte e improvviso cannoneggiamento tedesco contro la chiesa, nel giorno di San Giovanni. Bergamin morì da solo, lungo la via di Statte, stringendo in mano l’arma che, secondo lui, “un carabiniere consegna solo con la morte”. Nel dopoguerra sulla vicenda di Bergamin è sceso però uno strano oblio: le indagini, compiute in maniera maldestra, non hanno portato a spiegare la morte di 62 persone (una vera e propria strage!), mentre le diverse proposte di assegnare al brigadiere (nel ’45 e poi negli anni settanta) almeno una medaglia sono cadute nel vuoto.

Severini ha attinto a prezioso materiale inedito, intervistando alcuni studiosi locali (tra cui Mario Mosciatti) che da anni cercano di districare una vicenda nella quale si staglia pure l’azione di controspionaggio che alcuni carabinieri di stanza a Camerino avrebbero posto in essere in favore del governo del Sud.

La pubblicazione degli atti convegnistici, prevista agli inizi del 2015, contribuirà a far luce su un altro eroe dimenticato del processo storico che, con molti sacrifici, ha portato alla nascita dell’Italia democratica e repubblicana.

Il tenente colonnello dei carabinieri Paolo Caterina, della Scuola carabinieri di Roma, ha chiuso la Tavola rotonda condotta dal prof. Marco Di Giovanni (Univ. Di Torino) con queste significative parole: “me ne ritorno arricchito da quanto ho sentito in questa giornata di studi e ai miei studenti porterò soprattutto storie come quella del brigadiere Bergamin che, mentre altri del suo battaglione si erano già ritirati, restò solo a difendere la popolazione”.

Si avvicinano, intanto, tre iniziative importanti nel calendario associativo: venerdì 21 novembre, alle ore 17.30, sarà presentato in Biblioteca Antonelliana l’ultimo numero di “Storia delle Marche in età contemporanea” interamente dedicato alla Grande guerra, con interventi, tra gli altri, del critico cinematografico Roberto Ferretti; in secondo luogo, il Convegno internazionale di studi sulla Prima guerra mondiale (che si terrà a Fano, Senigallia e Castelbellino da venerdì 28 a domenica 30 novembre: sabato 29 all’Auditorium S. Rocco di Senigallia); infine, venerdì 12 dicembre sarà presentato, nella Sala del Consiglio comunale di Senigallia, alle ore 17.00, il volume La Resistenza in una periferia. Senigallia e il suo circondario tra 1943 e 1944, curato da Marco Severini e pubblicato dalla casa editrice Aras.

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