Processo Prota-Ubertini, confermati i regali in droga per gli arresti a Senigallia
Ascoltato ancora l'informatore e "provocatore" degli episodi in cui intervenivano i militari del radiomobile
Nuova udienza nell’ambito del processo a carico di Massimo Prota e Simone Ubertini, i due carabinieri di Senigallia accusati di alcuni reati come detenzione a fini di cessione e spaccio di sostanze stupefacenti, peculato e falso in atto documentale.
Durante l’udienza di mercoledì 5 novembre è stato nuovamente ascoltato l’informatore che i due carabinieri avrebbero utilizzato per poter realizzare alcuni arresti sempre legati al mondo dello spaccio. Come riferito dal suo legale, avv. Tommaso Rossi, l’uomo ha ricostruito i “meccanismi” e confermato ciò che aveva ammesso in precedenza, di aver cioè ricevuto alcuni “regali” da Massimo Prota (a volte da solo, altre alla presenza di Simone Ubertini) in cambio di informazioni sulle persone da arrestare.
Il suo ruolo sarebbe stato quello di un “agente provocatore“, ovvero di organizzatore dello spaccio di cui i due carabinieri – poi sospesi dal servizio o trasferiti – erano a conoscenza: durante la cessione dello stupefacente, i due militari intervenivano e avveniva l’arresto dello spacciatore, mentre l’informatore riusciva in qualche modo a fuggire. Poi il compenso per l’informatore, consumatore di cocaina, veniva “sottratto” dal quantitativo posto sotto sequestro.
Il processo riprenderà il prossimo 7 gennaio 2015 quando dal Pm verranno ascoltate le difese dei due militari coinvolti in questa vicenda emersa nel luglio 2011 con la traduzione nel carcere di Montacuto.
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