La mensa per gli assistenti educatori scolastici “finisce” in consiglio comunale
In servizio a pranzo, o digiunano o pagano: interrogazione di Mancini a Schiavoni
Nella seduta del consiglio comunale del 29 ottobre, ho presentato un’interrogazione sulla situazione degli assistenti educatori scolastici, dipendenti da cooperative di servizio, ai quali non viene riconosciuto il diritto di fruire personalmente e gratuitamente della mensa scolastica qualora, durante l’ora di mensa, prestino la loro assistenza agli alunni con disabilità.
A differenza del medesimo servizio prestato nelle mense di altri comuni o, ad esempio, dei docenti, gli assistenti educatori devono pagare per pranzare (5 euro), nonostante – mentre “pranzano” – debbano lavorare accudendo i loro assistiti, cioè svolgendo il lavoro del quale sono stati incaricati.
E’ bene ricordare che in mensa, di fronte ai ragazzi, non si possono consumare altri cibi, ad esempio portati da casa, perché ciò sarebbe diseducativo, né ci si può allontanare per mangiare perché verrebbe meno lo svolgimento del servizio.
Così, a meno che il servizio non cominci subito prima del momento della mensa oppure finisca subito dopo, circostanza che permette agli assistenti di pranzare a casa, nei giorni in cui l’orario va dalla mattina fino alle 16.30 del pomeriggio, o si sta digiuni o si paga, con l’amarezza di essere gli unici a doverlo fare mentre si presta un servizio indispensabile quanto quello delle altre figure scolastiche presenti in quel contesto.
Ho chiesto all’assessore Schiavoni di darsi da fare per sapere per quali motivi esista questa spiacevole situazione e per provvedere al più presto a riconoscere questo diritto agli assistenti educatori.
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