“No al jobs act”: Rifondazione Comunista Senigallia manifesta
La sezione locale del partito a Roma per protestare contro il governo Renzi
Spesso le parole perdono significato, il termine “sinistra “ per esempio. “Cos’è di destra? Cos’è di sinistra?” cantava negli anni 70 l’irriverente Gaber.
Di fronte allo “statuto dei diritti dell’ Impresa “, così si dovrebbe chiamare in effetti il jobs act di Renzi, questo dubbio potrebbe sciogliersi. Sostenere quell’atto è volere che nella società ritorni l’arbitrio assoluto del padrone sul lavoro, sui lavoratori e sulla loro vita, contrastarlo significa riaffermare la civiltà giuridica della Costituzione.
L’assenza ignava di tante amministrazioni locali che pure si definiscono di sinistra (o di centro sinistra) da questa battaglia, l’indifferenza ipocrita, il fatto di non farne motivo di discussione nei consigli comunali, l’equidistanza motivata dal mantra “sindaco di tutti”, ci dice da che parte stanno molte amministrazioni di questo territorio.
Fosse quella di Trecastelli che pur sollecitata da un ordine del giorno lo respinge, o quella di Senigallia dove avevamo invitato i consiglieri della sinistra (?) a portare questa discussione in consiglio o, più in generale, il silenzio di tanti consigli comunali dove pure siedono consiglieri e formazioni politiche che si dichiarano di sinistra.
Noi sabato 25 ottobre a Roma ci saremo e magari ci capiterà d’incontrare anche chi qui si è rifugiato nelle ragioni del realismo, ma questa battaglia non finisce domani e sarà difficilissimo vincerla.
La riflessione è che l’autonomia dal partito di Renzi sta con la capacità di essere conflittuali con quel modello e con chi lo sostiene.
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