Musinf: venerdì 24 ottobre incontro con lo scrittore Gianfranco Fusco
Verrà presentato anchei un evento fotografico dedicato a Fosco Maraini
Proseguono gli incontri con l’Autore e venerdì 24 ottobre, alle 21, al Musinf ci sarà l’atteso incontro con lo scrittore Gianfranco Fusco, avvocato, esperto di cultura giapponese, amante della fotografia ed anche raffinato fotografo, per la presentazione del libro “Muore l’artista ma non del suo amor la poesia” edito, da Pendragon. A salutare l’avv. Fusco ci saranno l’assessore alla cultura Stefano Schiavoni, Sergio Vitali e Carlo Emanuele Bugatti.
Nell’occasione l’assessore Schiavoni annuncerà un prossimo evento fotografico di grande interesse. Infatti Fusco ha collaborato con Fosco Maraini, che è stato uno dei celebri fotografi aderenti al Gruppo Misa. Sulla collaborazione Fusco-Maraini il Musinf ha in progettazione una mostra in collaborazione con l’Osservatorio della Fotografia della Provincia di Ancona, la Fondazione Senigallia e l’assessorato alla cultura della Regione Marche.
Del libro di Gianfranco Fusco il prof. Bugatti ha scritto che l’autore “con implacabile sillogismo ha preso le mosse dal suo considerare necessitate le corrispondenze stilistiche tra lo scrivere, il creare e l’amare ed è stato davvero bravo a far rivivere grandi protagonisti come Joyce, Wilde, Rimbaud, Celine,Van Gogh, Mozart, Hokusai , Yoshitoshi, Kafka, Borges. Per tutti, assumendone lo stile, Fusco ha proposto un supplemento di vita conseguente, inventando brevi storie d’amore, che sono necessitate, drammatiche, coinvolgenti proprio come i tempi supplementari nelle partite di calcio”.
Ricordando di essere stato, con Sergio Vitali, compagno di liceo dell’autore, il direttore del Musinf ha scritto che Fusco nei sui racconti è riuscito a fondere insieme, mettendole sullo stesso piano, memoria, realtà, fantasia, come stralci indifferenziati della vita, aggiungendo che “per Fusco lo stile sembra essere chiave di lettura e scintilla creativa, insomma vero primo motore immobile dell’improbabile e contraddittorio reale, al quale è possibile proporre la chance di integrazioni ed alternative, proprio usando e sviluppando la logica del dna stilistico. Un reale, bisogna pur riconoscere, che non ha tanta autonomia, come intermediario tra passato e futuro. Un ponte, che dura un istante, sospeso davvero sul nulla”.
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