Antifascisti e partigiani, oggi come ieri: Arvultùra sugli scontri ad Ancona
"Abbiamo impedito il corteo di Forza Nuova: questo è antifascismo e non smetteremo mai di praticarlo"
Ora che Alessandro è tornato in libertà dopo essere stato ai domiciliari per aver difeso, praticandola in strada, la Costituzione della Repubblica, prendiamo parola sul corteo e sugli scontri che sono avvenuti in Ancona sabato 18 ottobre.
Di tanto in tanto il giornale on-line Linkiesta.it propone su Facebook o Twitter un articolo interessante, che ricostruisce la genesi della massima “Non sono d’accordo con le tue idee, ma morirei perché tu possa sostenerle”. L’articolo è interessante non solo perché ricostruisce la vera paternità dell’espressione, e nello stesso tempo della falsa attribuzione a Voltaire, che invece non l’hai mai scritta. Ma anche perché fa notare la paradossalità di una tale posizione politica: come ci dovremmo comportare – si chiede l’articolo – di fronte a chi ci minaccia o minaccia la stessa tolleranza? Insomma, la morale della favola è: più che tolleranza questa posizione sembra un pavido e “vanitoso” sofismo non curante della logica, ma solo di non apparire troppo fessi in una discussione.
E certo come tale, e cioè come fallacia del ragionamento, dovrebbe essere trattata la massima se non fosse che è stata utilizzata per giustificare la gravissima concessione di una piazza a un’organizzazione neofascista come Forza Nuova, sabato 18 ottobre ad Ancona. Questo è quello che è successo, a scanso di equivoci: una giunta comunale sedicente “democratica” ha tollerato un corteo a un partito dichiaratamente razzista, sessista e negazionista; un partito pieno d’odio abituato ad accompagnare le proprie ridicole manifestazioni con coltelli di varia lunghezza – e pericolosità.
A chi dunque non ama i sofismi, ma è abituato a usare le parole per denunciare la crudezza della realtà sociale con cui, ogni giorno, bisogna fare i conti, non è apparso possibile contrastare la scellerata scelta politica di far sfilare un’organizzazione come Forza Nuova, se non impedendo lo svolgimento dell’evento politico. Questo abbiamo fatto, e ne siamo enormemente fieri: abbiamo, come ANTIFASCISTI marchigiani, impedito che il previsto corteo di Forza Nuova avesse materialmente luogo; abbiamo sottratto loro le strade in cui avrebbero dovuto manifestare le loro disgustose convinzioni, occupando il percorso previsto per il loro corteo.
Questo abbiamo agito; e siamo contenti che la città di Ancona, i suoi abitanti, che teniamo a distinguere dai suoi amministratori, siano stati dalla nostra parte. Mentre noi abbiamo costruito un corteo di 400 persone tutte provenienti dalla regione Marche, il gruppo di Forza Nuova era composto da massimo cinquanta persone provenienti da tutto il Centro Italia. Non solo dunque non hanno ricevuto solidarietà dalla città, ma hanno anzi dovuto essere protetti per tutto il tempo della loro permanenza da un cordone di forze dell’ordine. Ma, d’altra parte, come avrebbe potuto reagire una città fieramente antifascista come Ancona, se non appunto cacciando ed espellendo come una patologia un’organizzazione piena di odio verso gli strati più poveri della società?
Questo è l’unico antifascismo che conosciamo. E non smetteremo mai di praticarlo.
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