SPQR e i Vanzina: il superficiale è visibile solo agli occhi degli ignoranti
La rubrica Screenshot rivaluta una pellicola stroncata dalla critica di grido
Abbiamo sentito mille e più volte criticare i cine-panettoni e tutto il ciclo vacanziero (e non) condotto dalla un tempo affiatata e vincente coppia Boldi e De Sica.
I poveri fratelli Vanzina, sceneggiatore l’uno e regista l’altro, per molto tempo hanno lottato per salvaguardare il loro talento pur essendo appesantiti ed ostacolati da un groppone enorme da sostenere: il maestoso successo del padre, Steno, regista di grande bravura e carisma che ci regalò classici come Un americano a Roma, Totò cerca casa, Guardie e Ladri e molti altri ancora, tanti dei quali partoriti assieme al genio di Mario Monicelli.
Ad oggi, sempre più spesso si sentono scagliare violente critiche contro “quel” tipo di cinema italiano che va ad identificarsi proprio con la firma dei due figli d’arte. Giudizi estremamente negativi e spesso e volentieri ingiustificati che a mano a mano distribuendosi di bocca in bocca spinti dal pregiudizio e dalla ridicola presa di posizione stanno trasformandosi in veri e propri cliché. Se sei un vero cinefilo o esperto in materia, il cine-panettone e tutto ciò che gli somiglia deve forzatamente farti “schifo” altrimenti non è credibile qualsiasi tuo giudizio riguardo la grande fabbrica dei sogni (il cinema). Tutto ciò corrisponde non solo ad un gravissimo errore ma anche ad uno spiacevole equivoco. Spesso si tende a associare gli ultimi, palesemente scarsi e banali, film di Natale con tutta quella ricchissima e colorita lista di piacevolissimi lavori comici e satirici che li hanno preceduti.
Oggi vogliamo focalizzare il nostro sguardo su di una delle più famose e al tempo apprezzate pellicole dei Vanzina, stiamo parlando di SPQR-2000 e ½ anni fa. Titolo che rappresenta un chiaro riferimento ad Una pallottola spuntata 2 e ½ – L’odore della paura. Tale richiamo è giustificato dal fatto che spiccava nel cast del film il divertentissimo Leslie Nielsen, conosciuto soprattutto per i suoi ruoli comici in L’aereo più pazzo del mondo (1980) e nella trilogia di Una pallottola spuntata.
Curioso è ricordare come durante il suo lavoro nel set di SPQR in Italia, gli fosse arrivata la notizia che il superbo Mel Brooks lo avesse scelto come protagonista per la sua ultima regia: Dracula morto e contento (1995).
La pellicola dei Vanzina, ambientata in una Roma antica volutamente gravida di anacronismi, fu imbastita con il resistente filo della comicità e il pungente ago della satira su di un lenzuolo di richiami all’attualità che ai più attenti non potrà non far ricordare le vicende di Mani Pulite e Tangentopoli.
I due fratelli Carlo ed Enrico, vollero infatti creare un film brillante e disimpegnato edificato sulla base del principio “castigat ridendo mores” ovvero indicare al pubblico aspetti criticabili, in questo caso della politica, mediante il riso suscitato. E a suscitarlo furono De Sica e Boldi, circondati dalla brillante e di abbondante presenza Nadia Rinaldi, dalla Poppeissima Anna Falchi e dalla naturalmente attraente modella statunitense Cash Casia, che l’anno seguente collaborò nuovamente con i Vanzina interpretando una fotomodella nel prelibato film Selvaggi (1995).
Per chi avesse bisogno di rischiararsi la memoria, Mani Pulite è il termine con il quale si suole indicare la controversa stagione degli anni ’90 caratterizzata da una serie di indagini giudiziarie condotte a livello nazionale nei confronti degli esponenti della politica, dell’economia e delle istituzioni italiane. Tali indagini portarono alla luce un sistema di corruzione, concussione e finanziamento illecito dei partiti detto Tangentopoli.
Tra i chiarissimi riferimenti del film all’attualità ricordiamo in primis i personaggi interpretati da Boldi e De Sica, ovvero il giudice Antonio Servilio ed il senatore Atticus.
Il primo, quello interpretato dall’attore milanese, è un magistrato proveniente da Mediolanum, tanto incorruttibile quanto imbranato venuto a Roma per far pulizia. Questo personaggio è un chiaro riferimento ad Antonio Di Pietro, il quale ha fatto parte del Pool di Mani Pulite. L’adultero e corrotto Atticus invece, quando al termine del film si pente, ricorda molto trasparentemente il comportamento assunto da Mario Chiesa che fu incastrato e arrestato proprio grazie al magistrato Di Pietro. Quello di Chiesa, fu il primo arresto dell’inchiesta di Mani Pulite che sfocerà in Tangentopoli.
La ribellione di Spartaco contro “Roma ladrona” assume i connotati delle proteste anti-sistema della Lega Nord, invece il giovane che si ribella alla governatore siciliano Varrone e ai suoi sgherri, porta il nome di Leoluca e corrisponde perfettamente al tutt’ora sindaco di Palermo Leoluca Orlando, apprezzato per il suo impegno contro la mafia oltre che alle battaglie civili contro la pena di morte. Un periodo della sua sindacatura (1985-1990) è ricordato come La Primavera di Palermo.
Ecco dimostrato da questo breve focus che dietro ad una pellicola apparentemente superficiale, non vi è alcuna ricerca banale ed approssimata della risata facile ma un diligente lavoro di approfondimento e analisi storica abbinato ad un ottimo sfruttamento delle capacità comiche dei due attori protagonisti.
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