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“Senigallia è a livello del nord Europa per i servizi per l’infanzia”

Aumentano le strutture e i posti, le rette sono invariate. Volpini: "Sopra la media di Marche e Italia"

Optovolante - Ottica a Senigallia
La scuola a Borgo Bicchia di Senigallia risistemata dopo l'alluvione del 3 maggio

Ancora polemiche sui servizi educativi a Senigallia. E a quelle mosse nei confronti dell’amministrazione comunale sui servizi per i bambini e le bambine da zero a tre anni replica l’assessore ai servizi sociali Fabrizio Volpini che snocciola una serie di numeri per evidenziare le differenze da tre anni a questa parte.

Aumentano i numeri dei posti disponibili nelle varie strutture per l’infanzia e le convenzioni che il comune stipula per offrire il servizio educativo ai bambini 0-3 anni residenti in città. Pur attestandosi sulla soglia del 49% di interessati dal servizio sul totale dei bambini di Senigallia, i servizi comunali sfiorano secondo l’assessore Volpini una percentuale di copertura del servizio per la prima infanzia “da livello nord europeo, ancor più comprensibile se confrontato con la media nazionale del 6,5% e quella regionale del 15,9%“.

La comunità di Senigallia negli anni ha sviluppato – afferma l’assessore ai servizi sociali Fabrizio Volpini – una consapevolezza profonda: il riconoscimento per l’attenzione che le Amministrazioni Comunali hanno posto ai servizi educativi per i bambini e le bambine da zero a tre anni per promuovere la loro crescita sociale e cognitiva in collaborazione con le famiglie. E’ evidente che questo patrimonio acquisito non può diventare un divieto sacrale all’espressione di opinioni difformi. Anzi, queste possono sollecitare a far meglio e a non adagiarsi, ma non devono divenire pregiudizi e rappresentazioni distorte della realtà. Per questo ho fornito dei dati: perché possano costituire elementi di valutazione e di successivi – se necessari – approfondimenti“.

A questa soglia del 49% (il 32% del totale è pubblico) ci si è arrivati nel corso degli anni 2001-14 potenziando la rete comunale – i nidi e centri d’infanzia son passati da 2 a 6, i posti bambino da 87 a 198 – andando a registrare un aumento del +127% di posti bambino.

Fabrizio VolpiniPer “arricchire l’offerta delle famiglie – continua Volpini – dal 2008 si è stipulata una convenzione con i servizi privati presenti nel territorio regolarmente autorizzati e accreditati che ha comportato ad aumentare la disponibilità di posti con l’inclusione nel progetto la “Comunità Educante” di 5 strutture (centri Infanzia: Magicabula, Stranalandia, L’Allegra Brigata, San Vincenzo e uno Spazio Bambini, Bambine e Famiglie Mary Poppins) e il convenzionamento di 124 posti“. Così la disponibilità complessiva dei servizi aderenti alla “Comunità Educante” è di 312 posti bambino, sommando ai 198 posti delle strutture pubbliche i 124 posti di quelle private.
312 posti disponibili rispetto ai 635 bambini residenti (nati dal 1° febbraio 2012 al 30/9/2014, con il requisito max di 32 mesi – vincolo per l’ammissione).

Contemporaneamente sono leggermente diminuite le liste di attesa per i servizi pubblici, andando ad attestarsi sulle 22 unità nel 2014 rispetto alle 31 del 2013.

Per quanto riguarda invece le rette dei nidi e centri d’infanzia (con pasto e sonno), determinate in base alla situazione economica equivalente (ISEE) del nucleo familiare, “è dal 2001 – assicura Volpini – che le rette non vengono ritoccate e, seppure con variazioni annuali, la spesa media mensile per famiglia è intorno ai 270 euro, tra le più basse in Italia“.
Fino a 8.427,38 € nell’Isee la retta è di 179,41 euro fino alle ore 14 e di 217,46 per la giornata intera;
da 8.427,39 a 12.641,08, si sale a 217,46 euro fino alle 14 e 255,61 per l’intero;
da 12.641,09 a 16.854,78, si passa a 255,61 euro fino alle 14 e 293,58 per l’intera giornata;
si arriva dai 293,58 ai 331,64 € per quelle famiglie con l’Isee che va dai 16.854,79 fino ai 21.068,47 € per finire con l’ultimo scaglione di Isee (quello sopra i 21.068,48 €) a cui sono state “associate” rete d’infanzia di 331,64 € per le giornate ridotte (fino alle ore 14) e di 369,69 euro per quelle intere.

Questi sono i dati riguardanti i servizi educativi per i bambini e le bambine da zero a tre anni, nel comune di Senigallia – conclude l’assessore. Partendo da questa realtà sono interessato ad un confronto con tutti, d’altra parte è un dovere istituzionale, ma con l’impegno comune di evitare vaghezze ed entrare nella sostanza della questione“.

Commenti
Solo un commento
O. Manni
O. Manni 2014-10-03 12:32:39
198 posti negli asili pubblici, significa che il 199° bambino, che magari é pure mussulmano, potrebbe finire in una scuola gestita dalla curia, con tanto di crocefissi, recite natalizie e preghiere ai pasti. E per fortuna la legge 62/2000 é stata cucita su misura alle scuole private cattoliche, nel rispetto della "libertà di educazione dei genitori". Ma visto tutti questi numeri snocciolati autorevolmente, mi chiedo come mai Volpini non abbia anche fatto lo sforzo di dire quanti soldi spende il comune per un alunno di un asilo pubblico, e quanti ne spende per uno che finisce in uno privato. Il calcolo é semplice semplice. In Nord Europa, difficilmente le scuole private confessionali vengono finanziate con i soldi dello Stato...E sarebbe così anche in Italia, se rispettassimo l' art.33 della Costituzione (!).
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