Senigallia, ex Arena Italia: un piano in più rispetto al piano Cervellati
Rebecchini accusa: "Un regalo, mentre a tutti i cittadini invece si applica rigorosamente il piano"
L’assessore Ceresoni, in un recente articolo apparso sulla stampa, presenta l’esito finale della vicenda dell’ex Arena Italia come risultato esaltante. E per rendere ancor più trionfalistica la variante puntuale, votata ormai mesi fa dalla giunta, chiama in causa maggioranza, minoranza, comitati cittadini e proprietà.
Da quanto scrive Ceresoni, che usa argomentazioni di pura propaganda, emerge grande soddisfazione per il risultato raggiunto, a cui tutti hanno dato un proprio contributo. Poiché sulla vicenda non c’è mai stata accondiscendenza né da parte del sottoscritto, né da parte del gruppo Partecipazione, credo mi corra l’obbligo chiarire.
Già durante le discussioni nella commissione competente, ho espresso disappunto e indignazione, sia sulla prima ipotesi di giunta che sulla seconda poi approvata dalla stessa giunta. Ho chiesto e ripetuto più volte, assieme ai colleghi del gruppo Partecipazione, presentando anche un’osservazione alla variante (osservazione respinta), che si rispettasse quanto previsto dal Piano Cervellati.
Ma da parte dell’assessore Ceresoni e dei suoi colleghi di giunta è stato adottato un metodo furbesco, per raggiungere l’obiettivo di un cospicuo aumento di altezza e cubatura. Il piano Cervellati prevedeva per quell’edificio un’altezza massima di m. 7,80 , ma nella prima ipotesi di variante, Ceresoni e giunta portano l’altezza a m. 13,22 , nella successiva deliberazione di variante a m. 10,50.
Credo che la giunta fosse ben consapevole nella prima proposta di “sparare alto”, per poter poi arrivare comunque ad un aumento cospicuo di altezza, secondo i propri obiettivi, facendo la “bella figura” di essere stati democratici, aperti al confronto e bravi, portando l’altezza a m. 10,50 dai 13 e rotti da loro stessi prima preventivati…
La verità finale è che hanno regalato un aumento di cubatura, permettendo ad un privato di poter costruire un piano in più, ripeto un piano in più, rispetto al piano Cervellati e permettendo con la nuova variante di portare l’altezza dai metri 7,80 previsti sempre dal piano Cervellati, a metri 10,50 e di portarsi con l’edificio a m. 8 di distanza dalle mura urbiche anziché m. 12 ! Questa è la realtà.
Quanto ho detto sopra è stato oggetto di un ulteriore mio intervento nel consiglio comunale di lunedì 29 settembre, a chiarimento del recente articolo di Ceresoni. La risposta dell’assessore Ceresoni in pratica non c’è stata, perché l’assessore ha spostato il discorso su via Carducci e sulla Sacelit.
Nello specifico dell’edificio ex Arena Italia, ha riferito di aver, come governo cittadino, preso una decisione soddisfacente che “intanto ha contribuito a risanare l’area dal degrado, dall’amianto e dall’invasione dei ratti”, in attesa della futura nuova costruzione, che avverrà secondo la variante puntuale da loro approvata, da me e altri contestata.
Effettivamente l’area era in degrado, ma l’assessore non può introdurre un nuovo criterio in urbanistica: il degrado e la presenza dei ratti non possono giustificare il “regalo” di un piano in più!
Mentre Lei assessore si esalta, io esprimo la triste considerazione che il piano Cervellati per tutti gli altri cittadini viene giustamente applicato in modo rigoroso e per l’ex Arena Italia ciò non è avvenuto.
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