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“Leo Matiz: la fotografia come racconto”, mostra alla Rocca Roveresca di Senigallia

Dal 18 ottobre in esposizione 50 significative fotografie

Leo Matiz

In ossequio al suo titolo di Città della Fotografia, Senigallia si accinge a ospitare un altro grande evento espositivo di respiro internazionale.

Il 18 ottobre prossimo, infatti, sarà inaugurata alla Rocca roveresca la mostra “Leo Matiz: la fotografia come racconto“.

Il progetto, realizzato con la compartecipazione della Fondazione Città di Senigallia e sostenuto finanziariamente da importanti sponsor privati, è stato presentato sabato 28 settembre nella sala giunta del Comune di Senigallia.

Matiz, nato ad Aracataca (Colombia), la magica Macondo di Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez, oltre a essere considerato uno dei giganti della fotografia del Novecento, è stato anche caricaturista, pittore, gallerista, editore e attore. Tra i suoi lavori più noti, la suite di scatti dedicati all’intenso e tormentato rapporto sentimentale tra Frida Khalo e Diego Rivera, il cui interesse, di recente, è stato riacceso dal successo registrato dalla mostra delle opere dell’artista messicana alle Scuderie del Quirinale.

La suite di Frida e Diego, sarà riproposta a Senigallia in un più ampio panorama di cinquanta fotografie rappresentative del mondo artistico frequentato dall’autore, ma anche di un attraente e splendido momento del cinema americano e di uno sguardo sulla vita sociale e della politica del Novecento.

La mostra è curata da Carlo Emanuele Bugatti, direttore del Musinf di Senigallia, e dall’architetto Gianni Volpe. Entrambi, insieme ad Alejandra Matiz, figlia di Leo e attuale presidente della Fondazione Matiz di Città del Messico, hanno anche curato la redazione del catalogo. E proprio ad Alejandra Matiz, si deve il rilancio dell’interesse intorno agli scatti relativi a Frida Khalo e Diego Rivera, grazie a due mostre realizzate a Parigi e a Roma. Forte è il legame tra la Matiz e Senigallia, nato molti anni fa quando venne in città per incontrare Mario Giacomelli: grande estimatrice delle raccolte conservate al Musinf, oggi è ambasciatrice in America della fotografia italiana e, in particolare, dei talenti senigalliesi.
La stessa Matiz, in collegamento via skype da Città del Messico, è intervenuta durante la conferenza stampa per salutare gli intervenuti e augurare il massimo successo alla mostra.

Avvalendosi della sua consolidata immagine di città della fotografia – afferma il sindaco Maurizio Mangialardi – Senigallia sta diventando sempre più un importante polo di attrazione per quanti amano questa arte così attraente e aperta a nuove prospettive. E’ per perseguire questa finalità che, dopo il successo della mostra del fotografo turco Ara Guler al Palazzo del Duca, portiamo ora in città l’opera di un altro grande autore come Leo Matiz. Tutti sanno che Matiz è un fotografo che ha iscritto il suo nome nella storia della fotografia del Novecento e credo che l’itinerario di cinquanta foto che è stato qui predisposto possa utilmente contribuire alla conoscenza approfondita  della sua vasta opera”.

Siamo partiti dalla presenza in Italia di Leo Matiz – aggiunge l’assessore alla Cultura Stefano Schiavoni – alla ricerca delle originarie radici friulane. A lavori in corso siamo stati anche noi attratti dal successo che stavano avendo prima a Parigi, poi a Roma, le esposizioni della suite di fotografie relative a Frida  Khalo e Diego Rivera. Abbiamo pensato che questo capitolo dell’esperienza di Matiz  non potesse mancare nella mostra,  naturalmente accanto alla ritrattistica. S’imponeva poi la presenza della documentazione sulla sua fotografia sociale. Non poteva mancare, infine, l’analisi del sentimento che Matiz ha avuto della fotografia come arte. Alla fine ci siamo detti che il percorso espositivo alla Rocca roveresca si stava componendo  filologicamente da sé, in un itinerario antologico, che individua  tanti settori di futura ricerca sull’opera di questo grande protagonista della fotografia del Novecento”.

Credo che la mostra alla Rocca Roveresca – ha sottolineato Bugatti – sia dotata di una suite di immagini, che consente di apprezzare ampiezza e profondità della sua esperienza fotografica. Una fotografia, che sì parte dalla pratica del reportage giornalistico, ma tende poi a ricongiungersi, in un lungo percorso di esperienze, alla primigenia e preponderante disposizione artistica e creativa dell’autore”.

“Le sue foto – ha concluso Volpe – sono ormai icone dei maggiori musei del mondo. La coppia Frida Kahlo-Diego Rivera deve molto della sua notorietà anche all’umanimità con cui è stata presentata da Leo Matiz, così come il dinamismo e il gigantismo delle imprese sudamericane ha avuto un successo pubblicitario planetario proprio grazie ai nuovi concetti spaziali ideati da Matiz”.

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