Senigallia: 24enne in manette per stalking
Il giovane non accettava la fine della relazione ed ha continuato a perseguitare la sua ex compagna
E’ finito in manette con l’accusa di atti persecutori. Protagonista in negativo della vicenda un 24enne di Senigallia che avrebbe molestato una giovane, anch’essa di Senigallia, tanto da far temere quest’ultima per la propria incolumità e per quella dei suoi familiari.
Le molestie sarebbero iniziate nel 2013 anche se la storia sentimentale tra i due si sarebbe conclusa già nel 2009. Il giovane perseguitava l’oggetto dei suoi desideri sia sul web, inviandole messaggi tramite social network, che fisicamente, arrivando a pedinarla in strada. Non solo: il 24enne era solito contattare la giovane anche via telefonica, tanto da costringere quest’ultima a cambiare numero e a presentare una prima denuncia alle forze dell’ordine.
Dopo un periodo di stasi, le molestie sono ricominciate nel giugno del 2014: il 24enne, tramite messaggi, faceva delle avances a sfondo sessuale, nonostante la ragazza avesse manifestato apertamente il suo fastidio e la sua volontà di non sentirlo più.
Le insistenze si sono manifestate anche sul luogo del lavoro dove il senigalliese le avrebbe lasciato regali indesiderati. Tutti gli episodi sono stati denunciati dalla persona offesa. Il 24 settembre il GIP del Tribunale di Ancona, ritenendo ci fossero gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di atti persecutori, ha emesso nei confronti dell’indagato l’ordinanza di Misura cautelare che gli vietava l’avvicinamento alla ragazza oggetto delle sue insistenze, misura aggravata dal divieto aggiuntivo di comunicare con la parte offesa con qualsiasi mezzo.
Il giovane, però, non si è dato per vinto e, nonostante il divieto, si è recato sul luogo di lavoro dell’ex fidanzata per chiedere spiegazioni in merito alle denunce: la giovane si è vista così costretta a chiamare le forze dell’ordine, che, giunte sul luogo, lo hanno arrestato in flagranza di reato. Il 24enne è stato trasportato a Montacuto, dove rimarrà a disposizione della Procura della Repubblica di Ancona.
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