Senigallia e le Marche ricordano l’estremo sacrificio di Sante Santarelli
Picchetto d'onore alla tomba del Carabiniere al cimitero di Montignano con le autorità - FOTO
Si è svolta giovedì mattina, 25 settembre, nel cimitero di Montignano di Senigallia, nell’ambito delle manifestazione per il “Bicentenario di Fondazione dell’Arma dei Carabinieri”, la giornata commemorativa “alla memoria” del Carabiniere Medaglia d’Oro al Merito Civile Sante Santarelli, nato a Senigallia il 24 aprile 1930 e caduto in servizio a Palermo il 2 febbraio 1953.
La cerimonia si è svolta alla presenza dei familiari del militare decorato, delle locali Autorità Militari, Civili e Religiose, di una rappresentanza dei Carabinieri in congedo e delle Associazioni Combattentistiche e d’Armi, di una delegazione del Consiglio di Base di Rappresentanza Militare del Comando Legione Carabinieri Marche.
In particolare, erano presenti il Vice Prefetto Vicario di Ancona Paolo De Biagi, il Comandante della Legione Carabinieri Marche Marco Mochi, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Ancona Antonio Concezio Amoroso, il Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri – Ispettore Regionale per le Marche Tito Baldo Honorati, il Sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi. Era presente anche il Sen. Giuseppe Orciari, già Sindaco di Senigallia.
Dopo l’arrivo delle Autorità è stato deposto un cuscino sulla tomba del Carabiniere Santarelli dove era schierato un picchetto d’onore che ha reso gli onori militari al caduto, e tutti i Comandanti delle Stazioni Carabinieri dipendenti dalla Compagnia di Senigallia.
A seguire, nella piccola cappella del Cimitero si è svolta la funzione religiosa con la celebrazione della S. Messa officiata dal Parroco Luciano Guerri. Nella circostanza, dopo la preghiera del Carabiniere alla Virgo Fidelis, è stata data lettura della motivazione con cui è stata concessa la Medaglia d’Oro al Merito Civile al Car. Sante Santarelli:
“Nel corso di una operazione di servizio, mentre con altro militare accompagnava presso la Stazione Carabinieri una persona che aveva minacciato i familiari, veniva da questa proditoriamente fatto segno a colpi di pistola. Benché gravemente ferito al petto, egli riusciva a disarmare il malfattore dopo averne afferrato la mano che impugnava l’arma facendo deviare i colpi diretti verso il commilitone, che salvava, così, da sicura morte. Raggiunta la caserma allo stremo delle forze, in cerca di aiuto per il collega anch’egli ferito e ancora impegnato in colluttazione con il malvivente – successivamente tratto in arresto – si accasciava al suolo per le ferite riportate, decedendo subito dopo. Fulgido esempio di eccezionale senso di abnegazione e di generoso altruismo portato fino all’estremo sacrificio”.
Palermo, 2 febbraio 1953.
Al termine della cerimonia, il colonnello Mochi, comandante della Legione, ha consegnato al nipote del decorato, Armando Iacussi, detentore della medaglia d’oro, un attestato di riconoscenza a firma del Gen. C.d.A. Leonardo Gallitelli, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.
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