Ballarò e diMartedì con un Giannini per parte
Nella boxe il verdetto sarebbe stato quello di vittoria per manifesta inferiorità: ma lo scontro non c'è stato!
Entrambi avevano un Giannini per parte (Floris aveva per ospite il Ministro alla PI) ed io che vanto lo stesso cognome, non certo le stesse qualità professionali, non ho potuto far a meno di non parlare della serata, anche per non tagliare fuori la mia “casata”.
La mia è quindi solo l’impressione personale di uno “zipparolo” ed a quel che è risultato poi oggi (il giorno dopo, mercoledì 17 settembre, Ndr) è quella di un bastian contrario, che mi induce ancor più a motivare questa mia pecca.
Massimo parte con, come avrebbe detto l’indimenticabile Gianni Brera, un pistolotto buonista e lacrimoso, come solo la politica Renziana e la sua penna, almeno fino a ieri, difendeva su Repubblica.
Poi qualche cosa s’inceppa, evidentemente, quando vedi tanti soldi, che ti inducuno magari ad invitare al posto di tuoi colleghi fino a qualche ora prima, invece qualcuno dalla firma importante, ma di altra testata.
Seppure i pistolotti sono pallosi e non invitano di certo gli ascolti o le letture (ne so qualche cosa, ma io non avendo la ghigliottina dello share, me ne posso anche infischiare!), il suo ha avuto la fortuna di aprire la trasmissione con una decina di minuti di anticipo su La7. E credo che la grande differenza di share sia dipesa da quei pochi minuti. Perchè forse se ci si fosse basati sui contenuti fatti anche quelli di promesse sulla quella che sarà l’assoluta indipendenza e equidistanza del nuovo “Ballarò” dalle varie fazioni politiche, sarebbe venuto da dire scetticamente: “Staremo a vedere!!”.
Però intanto La7 era impegnata a coprire una Gruber raffredata con una replica di “Otto e mezzo” del 9 di Settembre, nientepopodimenoché con la Boschi, la bella del reame, ma non altrettanto simpatica. Ed in molti, evidentemente allergici alla Boschi ed alla pubblicità, in attesa del Giova, sono scivolati sulla 3 di Mamma Rai e lì sono rimasti o si sono addormentati sull’introduzione.
Perché si sa, siamo diventati talmenti pigri, che anche la comodità del telecomando è divenuta stancante e di già anche il semplice cliccare e stato inserito nelle manovre da evitare per il sedentario professionista. E così diMartedì è partita in ritardo ed ha pagato pegno.
E chi ne ha fatto le spese è il povero Giova, che ha pagato il fio di colpe non certo sue perdendo assieme all’attimo fuggente anche tantissimi spettatori e punti di share. Con un povero Crozza che malgrado le sue imitazioni non è riuscito più a recuperare il tempo perduto.
E così il Ballarò di mamma RAI vince la sfida con il contributo di 2 milioni 503 mila spettatori e con un 11,76% di share. Ed il povero Giova con il suo rielaborato Ballarò “diMartedì” seppur con la stessa ambientazione, con le stesse scomode poltrone proletarie, con lo stesso entusiamo, le stesse interruzioni ai suoi ospiti, gli stessi collaboratori, ha però fatto un clamoroso flop, con appena 755 mila spettatori con un 3.47% di share.
Non voglio andare nè controcorrente, nè tantomeno difendere l’indiffendibile di una sconfitta netta e dolorosa. Però mi si permetta di esprimere una mia personale opinione: per me il verò “Ballarò” è e rimane quello diMartedì su La7. A RAI 3 rimane un nuovo professionista, quale Massimo Giannini, resta il logo storico di “Ballarò”, un numero maggiore di spettatori, tutto quello che si vuole, ma Massimo ha voluto dare, in questo suo nuovo lavoro, la sua impronta, che è apparsa, almeno a me, più che quella di un giornalista, quella di novello Showman. “Ballarò” nelle sue mani è un “Ex-Ballarò”. Come ritengo giusto che sia è un nuovo programma da lui creato a sua immagine e somiglianza. Ma allora, perchè continuarlo a chiamare “Ballarò”?
Del resto, ha fatto quello che altri hanno già fatto prima di lui nel corso dell’annata precedente, in altri canali ed in altre trasmissioni. Uno bravo tra questi, ad esempio, è Nicola Porro. Del resto è diventato un si salvi chi può. La carta stampata sta scomparendo con la mancanza dei sostegni statali. La Rete, la TV, le immagini in genere, stanno prendendo il posto dell’inchiostro. La gente, per il motivo che indicavo quando parlavo di telecomando, sta impigrendo sempre più. Leggere e scrivere è sempre più faticoso e i commenti sui social network con il numero delle battute obbligate lo stanno ad indicare. La Rete offre inoltre l’immediatezza della notizia. Immediatezza, meno fatica, stravaccati in poltrona, al più infastiditi dalla pubblicità, ed oggi anche con la possibilità di rivederli quando si vuole, portano i nostri migliori personaggi della carta stampata, ad affiancare i veterani del mezzo busto, portando l’esperienza acquisita sul campo, più che davanti ad una velina. Ed ecco che abbandonano, allora, il piatto su cui fino a ieri hanno mangiato e corrono ai ripari gettandosi nelle braccia di queste nuove possibilità di carriera.
Il povero Giovanni Floris, mi spiace dirlo, ma ha perduto anche sul finale. Massimo Giannini ha fatto strike anche sulla formula di chiusura con uno slogan ad hoc che se non è il “massimo” della novità, però ha centrato l’obiettivo, visto che gli italiani oggi sono quasi tutti in braghe di tela: “Buona notte e buona fortuna!”. Colpiti come siamo dagli incubi dei pagamenti, delle tasse, dalla mancanza di un posto di lavoro o dall’insicurezza se lo hai, chi non ha bisogno dell’augurio di un po’ di fortuna?
Ed invece di rimando da parte di Floris quel vetusto, ma oramai suggello del vecchio “Ballarò” originale, fatto di un semplice, banale: “Alè” che nulla vuol dire se non “finalmente ho finito sta puntata!”. Ma quando lo diceva non aveva concorrenza! E questa volta, quindi, la sua prima gli è andata male. Che la battuta di Crozza in sembianze renziane: “Giova, ti ho fatto fuori in 20 minuti” abbia portato effettivamente iella?
Vedremo comunque alla prossima puntata, io sono fiducioso, anche perchè Floris è una capa tosta, è un sardo. Sarò anche di parte, ma a me i sardi sono simpatici, leggermente di più dei toscani e quindi rimango con la speranza che come nei campionati di calcio, le partite, nel nostro caso i due programmi, abbiano inizio alla stessa ora.
Poi si vedrà. E che vinca non colui che fa più spettacolo, ma che ci informerà di più, sia per quanto non viene fatto, sia per i passi che verranno compiuti. Del resto questa è informazione!
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