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Giacomo Leopardi “torna” al Palazzetto Baviera di Senigallia

Dal Musinf un'idea per creare uno spazio nella struttura, a breve riaperta, dedicato al poeta

Centro Leopardiano al Palazzetto Baviera

La notizia della ormai prossima restituzione a Senigallia di uno dei suoi gioielli, il restaurato Palazzetto Baviera, sta impegnando la direzione del Musinf a ribadire, nel dettaglio progettuale e culturale, l’utilità di allestire uno spazio permanente al Palazzetto Baviera per l’esposizione e la consultazione della raccolta libraria, relativa a Giacomo Leopardi, finora conservata ordinatamente, ma con risalto oggettivamente limitato dagli angusti spazi disponibili, presso il Musinf.

Essendo il Palazzetto Baviera il luogo storico specifico per collocare questa raccolta, il prof. Bugatti, direttore del Musinf, ha segnalato al sindaco Maurizio Mangialardi una proposta operativa che utilizza anni di documentazione, nell’ambito della ricerca territoriale condotta dal museo comunale sui temi della poesia marchigiana e del rapporto tra poesia ed arti visive. “Con la collaborazione, il sostegno culturale e la presenza del dr. Franco Foschi, storico presidente del Centro studi leopardiani di Recanati e personalità di grande spessore culturale” ha ricordato il prof. Bugatti “fu costituita, presso il Museo comunale di Senigallia, una raccolta documentaria delle pubblicazioni su Giacomo Leopardi”.

Tale raccolta ha consentito fosse attivato,  presso il Musinf, un Centro Leopardiano di lettura, dotato della documentazione delle principali pubblicazioni edite dal centro nazionale di Studi Leopardiani. La raccolta fu inaugurata con un’esposizione dei testi e con un intervento di Franco Foschi. Proprio in quella occasione era stata  storicamente segnalata la frequenza giovanile di Giacomo Leopardi al Palazzetto Baviera di Senigallia.

Una frequenza estiva con motivazioni familiari per le visite del poeta alla zia Antici, sposa del Baviera. Si tratta di un dato storico, poco conosciuto e finora troppo poco valorizzato, ma ricordato nella sua corrispondenza dallo stesso Giacomo Leopardi. La raccolta libraria del Centro leopardiano di lettura è già stata debitamente catalogata presso il Musinf, dove è attualmente collocata. La determinazione di un adeguato spazio espositivo, dedicato al Centro leopardiano di lettura senigalliese presso il piano terra del restaurato Palazzetto Baviera potrà consentire un punto di storica valorizzazione della presenza senigalliese di Giacomo Leopardi, costituendo un’occasione di forte richiamo sia culturale sia turistico.

Tale spazio potrebbe consentire” aggiunge il prof. Bugatti “anche l’adeguata esposizione permanente delle fotografie di Mario Giacomelli a tema leopardiano (A Silvia)”. Anche queste foto sono conservate dal Musinf e potrebbero avere così, nel contesto specifico leopardiano, la giusta valorizzazione e visibilità. Inoltre l’inaugurazione di uno spazio permanente del Centro leopardiano di lettura al Palazzetto Baviera costituirà un punto di riferimento didattico e di presentazione della  ricerca, che il Musinf ha effettuato e sta effettuando sul rapporto degli artisti contemporanei con la poesia leopardiana (opere di pittura, incisione, mail art sulla figura e sulla poesia di Leopardi). Più in generale sui  temi territoriali della poesia a Senigallia e nelle Marche. Si tratta di un lavoro di ricerca, che comprende Giacomo Leopardi, Luigi Mercantini, autore, tra l’altro della poesia “la spigolatrice di Sapri” e fondatore del quotidiano il Corriere Adriatico, Giulio Perticari, Costanza Monti. Per il ritornello “Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti” “La spigolatrice di Sapri” risulta una delle più conosciute poesie risorgimentali. Fu composta da Luigi Mercantini in memoria dell’impresa tentata da Carlo Pisacane nel 1857. Complessivamente la fama di Mercantini, che fondò il quotidiano Il “Corriere Adriatico” si lega alla capacità dell’autore di suscitare passioni patriottiche e di celebrare l’eroismo risorgimentale. A Mercantini, che fu apprezzato anche da Cavour, si deve anche un altro celebre testo del periodo risorgimentale: la “Canzone italiana“, meglio nota come “Inno di Garibaldi“, musicata da Alessio Olivieri.

Dal Musinf è stata più volte segnalata l’urgenza di valorizzare la memoria anche di Luigi Mercantini, protagonista della storica vicenda, che portò alla presenza degli studenti senigalliesi nell’epopea risorgimentale. Il Musinf, in tema di rapporti tra poesia ed arti visive sta lavorando sulle figure notissime di Leopardi e Mercantini e ha programmato una mostra internazionale (mail art project), con raccolta, archiviazione ed esposizione di opere dedicate alle immagini elaborate da artisti contemporanei e relative a Leopardi e Mercantini.

Infine con il proposto radicamento in uno spazio storicamente specificamente qualificato come il Palazzetto Baviera, si potrà dare respiro ed attrattiva anche al lavoro di documentazione sulle tematiche territoriali della poesia contemporanea nelle Marche, come era stato indicato già, dall’assessore Stefano Schiavoni, in un incontro al Musinf con il poeta Piersanti. Ciò nella convinzione che Senigallia possa essere, valorizzando un itinerario adeguato di  spazi espositivi, l’efficiente, innovativa e condivisa vetrina delle iniziative culturali e sociali di un territorio vasto.

Un ruolo che il legame storico con la figura di Giacomo Leopardi, concretizzabile nella collocazione del Centro Leopardiano di lettura al Palazzetto Baviera, potrebbe esemplarmente consentire.

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