“Adriatico No Oil”: Senigallia sia promotrice della tutela del mare
Ai gruppi 5 Stelle risponde il sindaco Mangialardi: "Rischi enormi per ambiente ed economia"
Qual è lo stato di salute del mare Adriatico? E quante attività vi si stanno svolgendo che possono compromettere la sua salubrità? E’ su questo tema che si incentra l’intervento dei due meetup pentastellati di Senigallia che hanno protocollato al Comune un testo in cui si chiedono maggiori informazioni sulla tutela dell’Adriatico dallo sfruttamento delle sue risorse, soprattutto la pesca intensiva e l’estrazione di gas e petrolio.
Di seguito il testo integrale.
al Signor Sindaco,
al signor Presidente del Consiglio Comunale
a tutti i consiglieri comunali
alla città di Senigallia
Oggetto: Adriatico No Oil
Gentili signori, cari concittadini,
facciamo seguito alle preoccupazioni dell’eurodeputato del Movimento 5 Stelle, il biologo marino Marco Affronte, espresse la sera del 17 agosto scorso di fronte a un’attenta platea nella piazzetta di Marotta. Affronte, già responsabile scientifico di Fondazione Cetacea Onlus e ora membro della Commissione Pesca e rapporteur della Commissione Ambiente a Bruxelles, aveva chiesto informazioni e ricevuto conferma a proposito di un’intensa attività di ricerca, cominciata nell’autunno scorso nell’est dell’Adriatico e attuata con metodi molto invasivi nei confronti della fauna marina. I risultati ottenuti hanno convinto il governo Croato a ufficializzare l’apertura di un’asta per una ventina di impianti di estrazione già a partire dal prossimo settembre.
Ne è seguita da parte dell’eurodeputato la richiesta alla Commissione Europea di quali strumenti siano stati predisposti per un’efficace sorveglianza sulla sicurezza delle strutture improntate e che verranno installate: una cosa assolutamente indispensabile se pensiamo che l’Adriatico è un ambiente naturale molto vulnerabile ed estremamente importante, culla di biodiversità anche per specie protette come cetacei e tartarughe marine, e fonte di ricchezza a sostegno di economie essenziali come il turismo e la pesca.
Se poi vogliamo ricordare che l’estrazione di petrolio offshore non è la sola prova alla quale sottoponiamo il nostro mare, già oggetto di sovrasfruttamento delle risorse ittiche (overfishing), di forte pressione antropica, di intenso traffico navale, di piattaforme per l’estrazione di gas naturali e di rigassificatori prossimi a venire, ci possiamo rendere conto di quanto possa essere dannosa, oltre che pericolosa, introdurre una nuova forma di sfruttamento alla quale, peraltro, noi italiani giustamente avevamo rinunciato.
Non crediamo possa sfuggire, gentili signori, la prospettiva di una possibile catastrofe in quello che per lungo tempo fu chiamato golfo: sarebbe la fine del mare e anche dei nostri modi di vivere. E le catastrofi succedono, malgrado le disposizioni più severe: lo dimostra non solo il terribile incidente avvenuto nel Golfo del Messico con l’inabissamento della piattaforma petrolifera Deepwater horizon, ma i tanti simili incidenti che hanno dato luogo a disastri ambientali.
Infine, una riflessione che dovrebbe di per sé costituire una premessa: la quantità di petrolio del giacimento è davvero notevole, ma di qualità molto scadente, utilizzabile in prevalenza per gettare fondi stradali. Su quale scala di valori potrebbe dunque porsi un confronto tra le finalità conservative e quelle di sfruttamento del nostro mare? Perdere il mare per nuove asfaltature? O per arricchire le compagnie? Per loro le estrazioni in Adriatico hanno soprattutto il vantaggio di un minore costo degli impianti, data appunto la scarsa profondità dei fondali. E’ la fragilità di questo mare le che ha rese golose.
Immaginiamo dunque che, come amministratori di questa città, vi troverete d’accordo per muovere ogni passo possibile volto a scongiurare il pericolo: fornendo innanzitutto un’informativa (alla quale volentieri potremo collaborare attraverso la nostra rappresentanza presso la UE) al Consiglio Comunale e alla città; discutendo e approvando un ordine del giorno che ne riassuma i contenuti e li inoltri al nostro governo e/o impegnandovi in quella iniziativa che ciascuno di voi, nell’esercizio delle vostre funzioni, riterrà opportuna e vorrà intraprendere.
Sarebbe auspicabile che il Comune di Senigallia si ponesse come promotore di un movimento di Comuni rivieraschi dell’Alto-Medio Adriatico per sollecitare il Parlamento Europeo ad istituire una “Zona Protetta” per l’intera area.
A ciò il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi ha risposto il 1° settembre, ricordando la costante preoccupazione del comune che le Marche, e specificamente il territorio di Senigallia, corrono il rischio di essere deturpate e aggredite da soggetti e interessi che non solo non ci appartengono, ma che costituiscono un enorme pericolo per l’ambiente, la salute e la sicurezza delle popolazione e un danno incalcolabile all’economia costiera.
Sulla scia delle numerose azioni intraprese dall’amministrazione per salvaguardare l’ambiente marino e costiero, il sindaco Mangialardi ha dichiarato di volersi prendere carico della questione presso i sindaci dei comuni limitrofi e presso la Regione Marche.
“In qualità di cittadini – concludono i due meetup del Movimento Cinque Stelle – ringraziamo per l’attenzione che il sindaco pone a questioni che riteniamo di estrema importanza e siamo fiduciosi che la città di Senigallia possa farsi promotrice di una efficace sinergia fra città costiere limitrofe a salvaguardia degli interessi ambientali ed economici del territorio“.
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