La “Piazza Permanente” è partita da Senigallia verso Camera e Senato
La mobilitazione del SAP coinvolge anche alcuni politici locali contro carenze e tagli
Si è svolto a Senigallia il secondo appuntamento della “campagna” promossa dal Sindacato Autonomo di Polizia per porre l’attenzione di cittadini e politici sulla situazione delle forze dell’ordine. Un incontro a cui hanno preso parte, oltre ai vertici nazionali, regionali e provinciali del SAP, anche alcuni esponenti politici locali quali le senatrici Silvana Amati (PD) e Serenella Fucsia (M5S), il consigliere regionale Giovanni Zinni e il sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini (PdL).
L’incontro è stata l’occasione per fare luce su una situazione che si protrae da anni e che, dopo i vari tagli ai trasferimenti, diventa sempre più pesante, ma alla quale può essere posto rimedio. E la proposta non manca, dato che proprio il Sap ha dato vita a un progetto di ottimizzazione delle risorse dei sette corpi delle forze dell’ordine.
L’operazione Piazza Permanente ha preso spunto da alcuni dati: 40.000 poliziotti in meno nei prossimi anni, quasi 300 uffici a rischio chiusura e 80 Questure in via di soppressione, un terzo delle autovetture in riparazione, il cinquanta per cento delle nostre strutture non idonee o fuori legge rispetto alla 626, continui tagli alle risorse.
“Non si può più andare avanti così – ha dichiarato Luca Bartolini, Segretario Regionale SAP –: se consideriamo che in molte attività si può fare un’operazione di accentramento per risparmiare notevoli risorse soprattutto nell’organizzazione e nei vari uffici distributivi, capiamo come la soluzione non sia poi così inimmaginabile. Basta volerlo“.
Razionalizzazioni possono essere fatte sul versante degli uffici (stipendi, uniformi), magari unificati tra più corpi di ff.oo., sulle mense, sulle convenzioni (si pensi alle riparazioni dei mezzi) e sulle assicurazioni, sulle utenze (con sedi accentrate per più corpi). Si potrebbero risparmiare alcuni miliardi di euro, fa sapere Bartolini.
Persino sul numero unico di soccorso, come già avviene in altri paesi europei: in Italia esistono vari 112, 113, 115, 118, 1530, quando lo stato paga multe per non avere un solo numero chiaramente memorizzabile anche dai soggetti più deboli o dagli stranieri, senza confusione alcuna.
Dal canto loro i politici intervenuti hanno mostrato sensibilità per la questione e hanno dichiarato di volersi fare carico di esporre le problematiche nelle sedi di competenza (Senato, Camera, consiglio regionale, conferenze dei sindaci) per cercare di far luce su una situazione che, dati i continui tagli, si fa ogni anno più grave mettendo a repentaglio oltre alla sicurezza dei cittadini, anche quella degli agenti stessi.
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