Banca Marche: dipendenti e azionisti sul piede di guerra
"Non faremo sconti a nessuno": intrapresa la strada legale ma ci sono altri rischi da evitare
Azionisti e dipendenti di Banca Marche sul piede di guerra. Dopo le ultime notizie in merito al piano di salvataggio di BdM e alla sospensione delle negoziazioni delle azioni, gli azionisti privati e i lavoratori hanno dato il via ad alcune azioni legali nei confronti di chi ha causato il dissesto economico che ha portato poi al commissariamento dell’istituto di credito marchigiano.
Attraverso l’avv. Corrado Canafoglia dell’Unione Nazionale Consumatori, sono state spedite oltre 30 richieste di risarcimento del danno a quanti hanno ricoperto ruoli gestionali e/o di controllo in Banca delle Marche nel periodo compreso tra gli anni 2006 e 2012. “Con la delicata fase che si sta aprendo ora, la mediazione tra i danneggiati e i responsabili della “mala gestio”, si spera di arrivare a un risarcimento extragiudiziale e rapido“. Nel frattempo è stato depositato presso la Procura un esposto in cui le due associazioni – “Azionisti privati Banca Marche” e “Dipendiamo Banca Marche” – chiedono di essere considerate parti lese nel processo penale che si sta profilando, per costituirsi parti civili, e di affiancare la magistratura nell’accertamento della verità e delle responsabilità.
Una situazione – quella della Banca delle Marche, commissariata da mesi – precipitata nel 2012 quando si è visto arrivare il passivo dell’istituto fino alla stima più recente che si aggira intorno ai 1.000 milioni, un miliardo €. Da lì sono partite le prime indagini e i primi approfondimenti che hanno portato, oltre al commissariamento da parte di Bankitalia, anche a diverse sanzioni nei confronti di vari membri dei cda e dirigenti per gravi violazioni nella gestione dell’Istituto e di Medioleasing, società controllata da BdM.
Le oltre 400 persone riunitesi assieme per tutelare i circa 30 milioni di euro di interessi, promettono di non fare sconti a nessuno – membri dei CdA, dei collegi sindacali, degli organi amministrativi, dei manager e della società di revisione – ma allo stesso tempo vogliono salvare l’istituto.
Innanzitutto proponendo una soluzione contro le voci secondo cui le sanzioni comminate dovrebbero essere pagate dalla stessa Banca delle Marche: basterebbe procedere al congelamento dei fondi dei coinvolti per evitare che le sanzioni ricadano su chi è già stato colpito dalla gestione fallimentare.
Gestione che ha portato il valore delle azioni di BdM a scendere dai 2 euro ai 22 centesimi l’una. Per far sì che il progetto di risanamento dell’istituto non fallisca o non incappi negli errori precedenti però dovranno, secondo i dipendenti e gli azionisti, prima entrare proprio loro a far parte del nuovo CdA e poi preservare all’interno di BdM le operazioni – come il recupero crediti – senza affidarsi ad enti esterni che col territorio non hanno nulla a che fare.
C’è ancora un altro pericolo nella strada del risanamento della Banca marchigiana. Il rischio che l’stituto venga diviso in “bad” e “good” bank, svendendo la prima dopo aver praticamente azzerato i precedenti crediti il cui valore è drasticamente sceso ormai a quota 0.2 €/azione, potrebbe permettere nel giro di poco tempo una sua rivalutazione ai nuovi investitori che entrerebbero nella nuova banca. “Di fatto – dichiarano Bruno Stronati e Sandro Forlani, rispettivamente di ‘Azionisti privati BM’ e ‘Dipendiamo BM’ – oltre al valore delle azioni sceso, oltre ai prepensionamenti quasi obbligati, oltre ai precari non assunti, oltre al danno morale c’è il rischio di un’ulteriore beffa, quella di rendere inesigibili i vecchi crediti lasciando i vecchi azionisti senza nulla e spianando così la strada ai nuovi che potranno poi rivalutare quanto associato alla bad bank“.
E se si azzera il vecchio credito di sicuro il rapporto fiduciario con il territorio (quei 40 mila investitori marchigiani) va a farsi benedire, per non parlare della disperazione di pensionati, imprenditori, dipendenti e cittadini che hanno creduto nel progetto Banca delle Marche e che si ritroverebbero con un pugno di mosche.
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