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Arte, Acqua, Petrolio: patrimonio di tutti. O di chi se li può permettere?

Il clamoroso furto di dipinti al Castello Sforzesco di Milano induce a qualche riflessione...

Castello Sforzesco di Milano

L’Arte, l’Acqua, il Petrolio, la Natura: patrimonio di tutti. O solo per coloro che se li possono permettere??.


A muovermi questo interrogativo è la notizia del furto dei tre dipinti al Castello Sforzesco di Milano.

C’è da dire che quando leggo notizie simili, preso da rabbia e sconforto, mi vien da dire a caldo, meglio così, almeno c’è qualcuno appassionato che se ne occupa, le cura e se ne gode le bellezze. Sono infatti furti su commissione, fatti da chi ha ingenti possibilità, ma amanti dell’arte seppur farabutti. Un po’ come i mafiosi-camorristi: ladri, spacciatori, omicidi, ma con tanto di Bibbia sul comodino e con la benedizione ossequiosa da parte, se non della Chiesa, di prelati con comportamenti quantomeno “abbondiniani”.
Poi, a bocce ferme, più civilmente, penso che è un capitale di tutti e che andrebbe salvaguardato per il bene economico del nostro Paese.

Ma a questo punto dovrei infuriarmi di nuovo, pensando a come tutte le nostre fortune artistiche vengano salvaguardate, custodite, tutelate, per poterle “sfruttare” in maniera economicamente impeccabile, in modo da poter dare quella boccata di ossigeno che i nostri amministratori ci promettono, inutilmente, da una vita.

Lo stesso metodo, che se fosse usato da una banca, sarebbe quello che invece di una cassa con apertura automatica e porte e finestre blindate, l’avesse aperta e posizionata, in un giorno di mercato, in una pubblica piazza.

Il mio pensiero, sarebbe invece quello di tutelarlo, renderlo sempre più appetibile, per far fruttare questo Capitale Artistico di cui siamo padroni, anzi di sfruttarlo speculandoci su, come altri fanno con capitali azionari o di natura cartacea.

Poi leggo, ascolto, che chi ne sa più di me su questa materia e che non risponde al nome del ministro ai beni culturali (questo è un politico e come tutti costoro sono dei tuttologi esperti in nulla!), bensì di un nientepopodimenoche di Vittorio Sgarbi. Di costui credo che si possa dire che sarà simpatico o meno, esibizionista o meno, comparsista o meno, ma non certo che non sia un valente esperto in materia artistica.

E purtroppo le sue affermazioni mi fanno cadere, di nuovo, in una angosciosa riflessione, quando afferma che l’arte deve essere aperta a tutti, che è un patrimonio di tutti e che, quasi quasi, i musei dovrebbero essere aperti a tutti e magari, perchè no, con ingresso libero.
Insomma secondo il critico, l’Arte non è un nostro Patrimonio, non è un Patrimonio di chi lo possiede, ma lo è dell’Umanità.

Ed io che esperto non lo sono, che devo dire? La cosa mi induce nuovamente a rifletterci su. Ma malgrado ci rifletta non mi trova d’accordo. Anche, perchè allora, lo stesso si dovrebbe dire per l’Acqua bene di tutti, lo si dovrebbe ancor dire per il Petrolio, per le riserve di gas del sottosuolo, per le miniere, per le bellezze naturali e che madre natura ci offre allo stato libero. Invece non è assolutamente così che va la vita!.

Invece l’ “Acqua bene comune” va sprecato e sfruttato da pochi, il “Petrolio” finisce in poche mani, del resto sempre unte e occupate ad aprire “stoltamente” rubinetti in oro in grattacieli dalle mille ed una notte, lasciando però camminare, ancora nel 2014, i più dei loro stessi compaesani a dorso di mulo; la “Natura” poi, tanto decantata ed osannata da enti, associazioni, organizzazioni armati di bandiere e loghi, che assistono incapaci ed impotenti, alla sua deturpazione che avviene in mille modi, ad ogni secondo ed a cui essa si ribella facendoci pagare ogni volta un pegno salato sia come vite umane che come danni economici.

Ecco che allora una prima risposta che riesco a percepire è quella che il motto: “Quel che è mio è tuo e quel che è tuo è anche mio!” sia passato di moda, se mai c’è stato. Oggi è l’interesse quel che conta e chi più ne ha più ha parola in capitolo ed allora forse il motto di moda (non di oggi, ma anch’esso di sempre!) è quello del: “Quel che è mio è mio e quel che è tuo è…mio!!” e potrebbe avere anche una firma: l’egoismo mondiale. Non certo il “Patrimonio”!!.

Ed allora il cerchio si chiude. Se le mani unte vogliono vedere le “Bellezze Pure” dei “Bronzi” o la “Nascita di Venere”, che paghino, profumatamente, anzi di più, come del resto loro ci fanno pagare il loro “unto” Petrolio. E non solo in occasione dell’Expo!!.

Ma la stessa qual cosa dicasi per coloro che speculano sulle gocce d’acqua o il legno delle foreste amazzoniche.

Insomma, Dio ce l’ha data, l’Arte, e guai a chi ce la tocca!!.

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