L’epica dal basso dei Wu Ming fa il pieno all’Arvultùra di Senigallia – FOTO
Grande afflusso di pubblico per la presentazione de "L'Armata dei Sonnambuli", col reading del Melograno
A detta degli organizzatori, è stata la miglior presentazione di un libro proposta in dieci anni dai ragazzi del collettivo “Mezza Canaja / Arvultùra”. Martedì 12 agosto, nel cortile antistante la sede di via Abbagnano dello Spazio Autogestito Arvultùra, c’erano due del gruppo di scrittori Wu Ming, che hanno parlato della loro ultima fatica letteraria: “L’Armata dei Sonnambuli”.
La data, all’interno del Revolution Tour, che gli autori stanno portando avanti in tutta Italia, è stata di grande richiamo per il pubblico, fatto di fan e lettori, ma anche di tante persone curiose di scoprire i volti che si celano dietro il nome del collettivo Wu Ming (all’inizio noto come Luther Blisset, che ha firmato il celebre romanzo “Q”).
A Senigallia c’erano Wu Ming 2 e Wu Ming 4, che hanno intrattenuto con il moderatore della serata un intenso e piacevole colloquio che ha sviscerato alcuni dei tanti temi che si ritrovano nelle pieghe di una trama, come nel loro stile letterario, ricchissima di personaggi, episodi e storie. Conversazione inframezzata dal suggestivo reading teatrale messo in scena da Catia Urbinelli e Daniele Vocino della Compagnia Il Melograno, che hanno caratterizzato e dato voce ad alcuni dei protagonisti de “L’Armata dei Sonnambuli”.
Si è parlato di rivoluzione (il romanzo è ambientato nella Francia del 1793, quando la Rivoluzione Francese stava volgendo verso il periodo storico del Terrore), del ruolo del popolo, della questione della considerazione delle donne, della suggestionabilità delle masse: tutto partendo da un romanzo storico con un tono epico, pur essendo un’epica che non parla di eroi senza macchia e senza paura, ma di persone normali, che lottano all’interno dei propri piccoli mondi, che insieme fanno il mondo di tutti, insieme fanno la Storia, quella che poi si studia sui libri.
Un racconto, quello dei Wu Ming, che non punta ad essere resoconto storico, ma presenta tutto il carico di potenzialità che poteva esserci in quegli anni e ci mostra come poi gli eventi si sono sviluppati, cercando di farci capire che anche nel nostro presente abbiamo lo stesso carico e sta ad ognuno di noi costruire la Storia che si studierà tra qualche secolo: lo possiamo e dobbiamo fare ogni giorno.
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