Paradisi: “A Senigallia è il momento storico per una grande alleanza civica”
"Una sola pregiudiziale: nessuna concessione a chi ha appoggiato la politica affarista della Giunta PD-LCF"
Devo una risposta a Marcello Liverani e a “Nuova Senigallia” che mi invita al confronto a due escludendo però le altre opposizioni in vista delle prossime elezioni amministrative del prossimo anno. Liverani dice e scrive moltissime cose non solo sono condivisibili ma sacrosante.
A partire dal superamento dello schema logoro “destra/sinistra”. Un superamento che il Coordinamento Civico, che rappresento, ha ben metabolizzato avendo lanciato personalmente l’idea di proiettarsi oltre le barriere culturali già con l’esperienza di “Liberi per Senigallia” quando candidammo Vincenzo Savini (con una coalizione che andava dalla sinistra di Luciano Chiappa al centro-destra passando per le civiche).
Ora credo che occorra avere il coraggio di fare ancora un passo più in là: un passo storico. Lo dico a Marcello Liverani e lo dico ai cittadini, a costo di far saltare qualcuno dalle sedie: il confronto va cercato e possibilmente trovato tra le liste civiche e le forze che si sono sempre riconosciute a destra o a sinistra indicando un solo candidato a sindaco.
Con una sola pregiudiziale, netta e imprescindibile: nessun ammiccamento e nessuna concessione a chi ha appoggiato e sostenuto la politica affarista e clientelare della Giunta Pd-Città Futura.
Il sindaco Mangialardi, delfino perfetto di Luana Angeloni, e tutto ciò che rappresenta è il perno dell’asse politico da rottamare per rilanciare Senigallia e liberarla dai lacci dell’affarismo, del malgoverno dei politici di professione, della politica fatta di favoritismi e privilegi, delle tasse utilizzate per spremere i cittadini di serie “B” e oliare i pochissimi cittadini di serie “A”.
Una grande coalizione in cui nessun imbarazzo deve provare chi viene da storie diverse e magari contrarie, perché amministrare una città significa appalti trasparenti, gestione oculata del denaro pubblico, tagli pesanti agli sprechi e riduzione dell’imposizione fiscale, onestà intellettuale, consulenze esterne limitate e con pubblica gara e non solo. Non dobbiamo dividerci sui mali del mondo, ma dobbiamo trovare soluzioni al commerciante che, a fine mese, o paga gli stipendi o paga le varie Tasi, la tassa di occupazione del suolo pubblico, le tasse di pubblicità.
Personalmente, in questi anni, su queste tematiche ho lavorato gomito a gomito in consiglio con persone perbene e valide (parlo degli amici di “Partecipazione” ed ex Rifondazione).
E con loro mi sono trovato lealmente a fare fronte comune contro una maggioranza sempre più arrogante e più distante dalla gente. Ma non solo. L’opposizione non è solo in Consiglio comunale. Vi sono comitati spontanei nati in questi mesi, circoli di cittadini che hanno subito angherie pronti a scendere in campo, personalità della cultura locale da sempre libere e critiche (penso alla professoressa Mariangela Paradisi ma non solo), gruppi di commercianti e singoli professionisti che vogliono riprendersi la libertà di impresa in questa città.
Tutto questo mondo va coinvolto in un grande progetto storico senza precedenti. Ecco perché non è possibile, se vogliamo far cambiare pagina a Senigallia, un progetto a “due”.
Non è il momento delle esclusioni (fatto salvo per chi ammicca a Mangialardi): è il momento di una grande alleanza civica per cambiare pagina. E ognuno – chi scrive per primo – se occorrerà, dovrà fare un passo indietro, se ciò sarà funzionale a questo progetto. Ecco perché invito Marcello Liverani e tutti coloro che hanno intenzione di scendere in campo per ribaltare le sorti della nostra città a mettersi in discussione e iniziare un percorso condiviso verso la vittoria della prossima primavera.
Scherzi a parte, vi dico come personalmente la penso. I calderoni non funzionano. Figuriamoci quelli così, allargati perfino a "Partecipazione". Il risultato che ne verrebbe fuori sarebbe solo un triste immobilismo per via di un qualsiasi argomento che diverrebbe "divisivo"...specie i calderoni così tanto allargati. Quindi é meglio che ognuno trovasse posto a sedere nella parte di emiciclo dove per sua natura politica, é giusto che si segga. L'esempio é stato sotto gli occhi di tutti per tanto tempo. A livello nazionale, il PD ci ha messo una vita per partorire un risultato semi decente, dopo che forzatamente e per anni ha fatto di tutto per far coesistere nel suo calderone exDC ed exPCI...E questo risultato non é arrivato, se non con l'arrivo del "capo popolo dei cazzari" - democristiano per eccellenza - Matteo Renzi. Il quale comunque, senza il fissare il prezzo del "voto di scambio" ad 80€ ai beoti italiani, difficilmente sarebbe stato così legittimato a fare ciò che sta facendo.
Berlusconi, quando era un leader e non era ancora in balia degli effetti del viagra e delle nipoti di Mubarak, unì molti partiti di destra anche solo con la sua discesa in campo. Solo a lungo andare, le cose gli sfuggirono di mano, vuoi per via delle tante false promesse da pifferaio magico, vuoi per un infantile eccesso di egocentrismo. Quindi, la domanda che resta è: meglio stabilire un leader e poi provare a coalizzarsi, o é meglio formare una coalizione ed attendere che si decida un leader in modo naturale? A questo punto, visto che le intenzioni di "maritarvi" reciprocamente ci sono e posto che lo chiediate direttamente e democraticamente ai cittadini, perché non vi sfidate in una competizione cittadina a "chi ce l'ha più lungo", col fine di determinare preventivamente la candidatura alla suprema cadrega municipale? Birra e pop corn alla mano, sarebbe un teatrino davvero imperdibile.
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