La dialisi raccontata da chi la vive
In pubblicazione il libro di Giorgio Candelaresi, curato presso l'ospedale di Senigallia
Un libro per comprendere meglio la dialisi, scritto da chi la situazione la vive continuamente. “Un giorno sì, un giorno no – Diario di un dializzato” è il titolo dell’ultimo libro, di prossima pubblicazione, del senigalliese Giorgio Candelaresi, curato presso l’ospedale di Senigallia.
Laureato in lettere moderne all’università di Bologna e residente a Senigallia dal 1964 con la moglie Giuliana Giampieri menzionata spesso con profondo amore nel testo, Giorgio Candelaresi è stato consigliere comunale dal 1965 al 1970 nella natìa Chiaravalle, al termine del mandato, è stato, tra l’altro, direttore della neonata biblioteca pubblica. Ha ricoperto l’incarico di Dirigente Scolastico, dopo essere stato per quasi un ventennio docente di lettere presso le scuole superiori di Ancona e Senigallia. Autore di alcuni articoli e piccoli saggi, ha pubblicato nel 2005 il volume “Tra Chiaravalle e Cinecittà”, scritto con Roberto Ferretti e incentrato sulla storia dei cineforum d’essai organizzati dalla biblioteca chiaravallese tra il ’70 e l’’80.
La pubblicazione, patrocinata dall’ANED e presentata dalla sua presidente Valentina Paris, aiuta ad addentrarsi nel mondo della dialisi, ancora sconosciuto a tanti, descrivendo la sofferenza fisica e psicologica che, tuttavia, non impedisce di continuare a vivere a gioire.
La dialisi, alla quale Giorgio Candelaresi si sottopone presso l’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Senigallia, è una terapia impegnativa, che invade la vita di tutti i giorni. Lo scrittore la descrive molto bene: un giorno sì, un giorno no è la vita scandita dal trattamento. In questo diario viene sottolineato come il rapporto con il team di cura sia fondamentale: infatti, la collaborazione tra il paziente, la sua famiglia, il nefrologo e gli infermieri è la base del successo della terapia. L’autore, con uno stile sciolto e scorrevole, rileva quanto succede durante la dialisi, riferisce i sintomi e partecipa al processo di cura per poter gestire al meglio la malattia con lo specialista, in una situazione di reciproca fiducia. Emerge l’importanza del rapporto umano che si viene a creare, giorno dopo giorno, con il personale paramedico.
Un testo che trasmette un messaggio di speranza e di apprezzamento per la vita anche in una situazione di disagio come la dialisi: provare emozioni ricordando la vita trascorsa con i propri cari, continuando a gioire vedendo i propri figli e nipoti che diventano grandi, godere della natura intorno a noi che si propone ad ogni stagione con colori e profumi differenti. La dialisi – spesso una trappola per malato, familiari e, a volte, anche per gli operatori sanitari – l’autore ha saputo gestirla, guardarla e descriverla: in fondo al tunnel compare la speranza.
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