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Il Musinf si arricchisce con due ritratti di Antonio Bragaglia

Nuova acquisizione del Museo d'arte moderna di Senigallia

ritratto Antonio Bragaglia

Gianfranco Grosso è un artista, anche lui giovane e già affermato, che ha collaborato con Marco Papa per la realizzazione del manifesto “Con tutto il mio io obbediente“, dedicato all’istallazione relativa ad Enzo Cucchi.

Manifesto che è stato edito proprio in occasione dell’incontro al Musinf con Marco Papa. Gianfranco, che è nato a Cosenza e vive a Roma ha voluto anche partecipare al progetto del Musinf affidando al Musinf , per conto dello studio Courtesy fratelli Emme, la conservazione di due fotografie di Antonio Bragaglia, che portano la storica etichetta xilografica della casa d’arte Bragaglia. Anton Giulio Bragaglia fu regista e scrittore di teatro (Frosinone 1890 – Roma 1960).

Anton Giulio Bragaglia, rispetto a Carlo Ludovico e ad Arturo raggiunse una maggiore fama. Fu attivo più nel teatro che nel cinema e a lui si lega la vicenda della fotodinamica futurista. Direttore e collaboratore di riviste d’arte e di cultura, nel 1919 fondò a Roma la Casa d’arte Bragaglia. per conferenze ed esposizioni, e poi (1926) il Teatro degli Indipendenti, dove fece rappresentare di preferenza lavori d’avanguardia, con una scenografia sintetica e un’originale interpretazione luminosa, tendente a un clima scenico fortemente personalizzato.

Nel 1935 fu chiamato a dirigere il Teatro delle Arti. Tra i suoi scritti: La maschera mobile (1926), Scultura vivente (1928), Del teatro teatrale ossia del teatro (1929), Film sonoro (1929), Nuovi orizzonti della cinematografia (1929), Evoluzione del mimo (1930), Teatro di prova (1934), Le maschere romane (1947). Diresse anche alcuni film; tra questi, notevoli come esperimenti d’avanguardia di ispirazione futurista, Thais (1917) e Perfido incanto (1918), entrambi con scenografia di E. Prampolini.

Mario Verdone, il padre di Carlo Verdone, era stato testimone e poi attento documentatore e storico del futurismo amava parlare dell’ eccezionalità dell’esperienza della Casa d’arte Bragaglia” dice il prof. Bugatti, direttore del Musinf, “che è stato l’autore di una intervista video a Mario Verdone“, aggiungendo, “che per capire l’importanza storica de La Casa d’arte Bragaglia, bisogna ricordare che fu aperta a Roma alla fine del 1918, in via Condotti 21, restando attiva fino al giugno 1921“.

La Casa d’Arte Bragaglia ospitò in totale una settantina di mostre. Fu affiancata dalla rivista “Cronache di Attualità”. Economicamente era sostenuta dallo studio fotografico dei fratelli Bragaglia, anch’esso sito in via Condotti. La scelta degli artisti fu aperta all confronto tra correnti diverse. Il calendario espositivo s’inaugurò con le mostre di Giacomo Balla (ottobre 1918) e Giorgio de Chirico (febbraio 1919) .Tra le altre mostre si ricordano quelle di Sironi (1919), Evola e i dadaisti, Klimt e Schiele (1920), Zadkine (1921).

Dal 1922 la Casa d’Arte si trasferì nelle cantine di Palazzo Tittoni in via Rasella, che comprendono anche i locali delle Terme di Settimio Severo. La galleria si ampliava fino a via degli Avignonesi ed era composta da tre sale ben distinte, una dedicata alla pittura dell’Ottocento, le altre alla pittura del tempo. I sotterranei ospitavano anche il Teatro degli Indipendenti, che mise in scena una serie importantissima di spettacoli come La veglia dei lestofanti, ossia L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht (8 marzo 1930). Sui tavolini delle “Grotte” di via degli Avignonesi il ventunenne Alberto Moravia scrisse Gli indifferenti (1929).

L’attività espositiva fu molto intensa : Antonio Donghi ottenne un gran successo con la sua personale del dicembre 1924, Socrate, Ceracchini, Di Cocco, Trifoglio, Ferrazzi vi esposero più volte . Trombadori e Francalancia erano tra i frequentatori abituali. Altre mostre : Bocklin, Prampolini, Rosai, Boccioni (1922) ; Campigli, Sant’Elia, Pannaggi (1923) ; Bartolini (1924) ; de Pisis e Sciltian (1925).

Da ricordare l’esposizione del 1929, in cui furono messi a confronto tre gruppi di pittori: quelli più legati all’impressionismo, come Amato, Bertoletti; Bartoli, i pittori del “realismo magico”, Ceracchini, Di Cocco, Donghi, Francalancia, Oppo, Socrate, Trifoglio, Trombadori; il gruppo dei giovani dell’espressionismo, Mafai, Mazzacurati, Scipione, Raphael.

Nel 1926 il Brooklyn Museum di New York organizzò una mostra internazionale, segnalando l’attività dei Bragaglia accanto a quella dei maggiori centri artistici europei come Der Sturm a Berlino, Bauhaus a Dessau. Nel 1932 la galleria si trasferì nella sede allo scalone di piazza Mignanelli, dove rimase per circa vent’anni, ospitando duecento mostre, prendendo il nome di Bragaglia Fuori Commercio.

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