Al via le ‘Città Invisibili 2014: Dubai, Taipei, Senigallia’ di Mirko Silvestrini
L'esposizione sarà visitabile fino ai primi di agosto
Fino ai primi di Agosto si terrà presso il Caffè Centrale di Senigallia (Corso 2 Giugno) l’esposizione fotografica di Mirko Silvestrini “Città Invisibili 2014: Dubai, Taipei, Senigallia”. Il tema concettuale di fondo è dato dal testo del 1972 di Italo Calvino “Le città Invisibili”.
Perdersi nei quartieri sconosciuti di città remote è la chiave per comprendere le città che aveva visitato per giungere fin là, questa era la risposta immaginata da Marco Polo alla domanda di Kublai Kan imperatore melanconico dei Tartari. Il viaggio verso l’ignoto come narrazione del proprio passato, dimensione in cui riconoscere il porto dal quale si è partiti così come tutte le tappe intermedie. Questo però non è un passato immobile, imperturbabile, bensì un passato soggetto a continue trascrizioni a seconda delle traiettorie del presente, delle città visitate. Marco era consapevole che “arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un passato che non sapeva di avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei o non posseduti”… “i futuri non realizzati sono solo rami del passato: rami secchi”.
Viaggi per rivivere il passato? Per ritrovare il futuro? Incalza Kan. Il passato è già passato e dunque non può essere cambiato. Il futuro deve ancora arrivare e dunque completamente sconosciuto. Il presente è tutto ciò che si ha mentre l’attaccamento alimenta la sofferenza. Su questo tema il monaco-giocoliere giapponese e lo psicologo del dolore-fotografo italiano si confrontarono per cinque giorni lungo i viali di Taian, la più antica città di Taiwan.
In ultima istanza, tutto ciò che possiamo fare è prendere consapevolezza delle nostre emozioni proiettandole di volta in volta sui mutevoli scenari che si offrono agli occhi della mente: “d’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”.
La spettacolare megalopoli del Golfo (Dubai), l’occupazione dei palazzi del potere da parte dei ragazzi taiwanesi (Taipei), le acque stagnanti di una città (Senigallia) in un’Italia piccola piccola sono le tappe del percorso fotografico raccontato dal viaggiatore.
Non solo uno spostamento geografico ma di posizioni rispetto all’ambiente che lo circonda e al proprio incombente destino. Non più passivizzato dal contesto che lo vorrebbe docile consumatore di storie precostituite il viaggiatore tenta di ricavarsi un personale punto di vista sul mondo, di interpretarlo criticamente e politicamente con un gesto pro-attivo e sociale… la narrazione.
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