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LOL: libertà, ossessioni e lacrime degli adolescenti?

Prima puntata e primo film della nuova rubrica sul cinema di SenigalliaNotizie

Una scena del film LOL - Pazza del mio migliore amico, con Miley Cyrus e Douglas Booth

L’adolescente prova un’ansia profonda di normalità e cerca di annullare le sue diversità nel gruppo, suo rifugio naturale, copiando gli atteggiamenti dei compagni e degli idoli ed emulando il linguaggio dei coetanei.


È questa in sostanza la trama, ovviamente scontata, di tutti i film per ragazzi, e per l’appunto anche del film francese LOL con Sophie Marceau e del suo remake omonimo, statunitense, diretto dalla stessa regista Liza Azuelos, che vede nei panni della madre un’altra strabiliante diva del cinema, Demi Moore, e al posto dell’adolescente Christa Theret che ha recitato al fianco della bellissima attrice francese del Tempo delle mele nel primo LOL, incontriamo uno degli idoli Disney per eccellenza, la sorridente Miley Cyrus.

Questo film come tutti i teen-movie di qualità ci racconta utilizzando un ritmo frizzante e brioso la storia di ragazzi e ragazze appena sbocciati, che voltandosi indietro riescono ancora a vedere i giocattoli sparsi nel tappeto e le prime passeggiate senza genitori, e che alzando lo sguardo verso l’orizzonte  possono scorgere un foglio bianco ancora da riempire, una pagina di quaderno vergine immacolata, un nuovo capitolo di un libro appena iniziato. La paura e la gioia di aver abbandonato le sicurezze dell’infanzia per abbracciare l’incertezza di un futuro tutto da costruire. Spavento e sgomento assalgono di notte i loro sogni, paura di non essere accettati, timore di non essere abbastanza, sconcerto e ribrezzo all’idea di diventare come quei genitori che non riescono più a capire, quegli adulti che un tempo li coccolavano e li rassicuravano dai mostri ora li sgridano e li seguono, sbirciano nei lorosegreti e pretendono di vederli crescere plasmati sullo stampino di un individuo che neppure loro sono mai stati. Non è semplice essere adolescenti e ci vuole molta pazienza e concentrazione per imparare a convivere con questa nuova fase della vita. Ci si mette molto tempo per diventare giovani, lo diceva anche Picasso.

Droga, sesso, svaghi proibiti e bugie, la verità è che i giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche, e vivere immersi nella menzogna coltivata premurosamente da un madre che nasconde alla propria figlia la sua vita segreta, ma non si dimostra tanto furba da non farsi scoprire è la controprova di come spesso e volentieri i figli sono il riflesso dei genitori di fronte allo specchio della vita.

Demi Moore interpreta una donna ancora nel fiore della sua bellezza, affascinante e sensuale, attiva, vivace, una madre dolce e permissiva ma spesso bugiarda. Forse tradita da una sorta di ingenua invidia che nutre nei confronti di questa figlia, Lola, adolescente e carina, nella quale legge il suo passato fatto di primi amori e gioia, fatto di pensieri leggeri che vanno e vengono roteando in una mente ricca di frustrazioni ma povera di preoccupazioni. Forse ingannata dal desiderio di rivivere anche lei quei momenti, si intrufola nei segreti del Diario personale della figlia, per riprovare le stesse emozioni di un tempo e immaginare di vivere lei quelle prime cotte, quei primi baci, quel primo accarezzarsi e quella preziosa verginità perduta. Una madre adulta che vuole continuare a sperare nei primi sguardi rubati e nelle carezze che mettono i brividi, probabilmente per questo motivo si incontra furtivamente con il padre dei propri figli e accetta il corteggiamento romantico di un suadente poliziotto. Infondo, come diceva Oscar Wilde, per riacquistare la giovinezza basta solo ripeterne le follie.

Lol è un film che si lascia guardare senza infamia né lode, che riesce a far sorridere una ventenne e sognare una quattordicenne, una trama scontata, un lieto fine eccessivamente zuccheroso, una recitazione decisamente mediocre ma sufficiente a trattenere l’attenzione di un ridente pubblico femminile. Proponendo tematiche trite e ritrite come il sesso, la droga, il conflitto con la famiglia, i primi tradimenti e gli amori suggellati da un lucchetto in un ponte, ecco che LOL, come un classico di Moccia, si inserisce a pieno titolo nella categoria dei Teen-Movie, un genere cinematografico che per contenuti e tematiche dirige i propri film verso un pubblico giovanile.

Tra le caratteristiche principali di questo genere molto in voga, parodiato in maniera irriverente nel 2001 da un film intitolato “Non è un’altra stupida commedia” prodotto dalla Columbia Pictures, incontriamo come ambientazione un college, un istituto o un campo estivo, contenuti sessuali o comunque di erotismo e temi come l’amicizia, l’amore, l’isolamento e il traumatico rapporto familiare.

“Negli anni di adolescenza noi siamo per lo più scontenti della nostra situazione e del nostro ambiente, qualunque esso sia; a tale ambiente infatti noi attribuiamo ciò che in ogni caso dipende dalla vuotezza e dalla miseria della vita umana” (Arthur Schopenhauer)

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