Si è svolta la prima riunione della commissione di inchiesta che ha il compito di approfondire le questioni legate ai fatti del 3 maggio scorso, quando la piena del fiume Misa fece travasare circa 13 milioni di metri cubi di acqua sulla città di Senigallia.

Una Commissione “approvata all’unanimità dal Consiglio comunale – ha dichiarato il consigliere del Coordinamento Civico Roberto Paradisi – sulla base di una mia proposta condivisa e integrata con l’apporto di tutti i gruppi consiliari” che “è assolutamente aperta al contributo dei cittadini alluvionati siano essi portatori di interessi individuali o siano riuniti in comitati o associazioni“.

Dato lo statuto e il regolamento del Comune di Senigallia, in cui è previsto il diritto di partecipazione ai consiglieri eletti (sono anch’essi atti pubblici) nonché la segretezza istruttoria dei lavori della commissione (le cui riunioni si svolgono a porte chiuse), “ho personalmente proposto e ottenuto – continua Paradisi – che tutti i cittadini potranno presentare memorie, istanze, depositare documenti ed essere addirittura chiamati quali persone informate sui fatti. Potranno altresì essere convocati (e quindi chi è interessato potrà fare istanza al presidente di commissione) tecnici ed esperti che posseggono dati e informazioni utili a fare chiarezza sugli eventi del 3 maggio“, al fine di rendere partecipi i cittadini colpiti dall’alluvione.

“Aggiungo che se è vero – ha concluso il consigliere – che la commissione di inchiesta non vuole fare nessuna “caccia alle streghe”, espressione che spesso nasconde posizioni da difendere a priori, ha però il compito istituzionale di non fare sconti a nessuno. Non si parte né individuando colpevoli, né – sia chiaro fin da subito – distribuendo patenti di intoccabilità“.