La terra non ha pregiudizi. Chi se ne prende cura, ne raccoglie i frutti. Non conta chi sei, ma cosa fai e come lo fai. Per questo il settore dell’agroalimentare è visto come chiave di volta per superare le difficoltà delle persone affette da disturbi mentali e, soprattutto, i preconcetti nei loro confronti.

E di questo tema, la manifestazione “SottoSopra“, in programma a Senigallia da mercoledì 11 a domenica 15 giugno, ha fatto il punto centrale di questa XIV edizione, organizzando un convegno dal titolo “Il ruolo dell’agroalimentare per il recupero e l’inserimento di persone con disagio psicosociale: una sfida per la società nell’Europa 2020“, in calendario mercoledì 11 giugno, alle ore 16 alla Rotonda a Mare.

All’appuntamento intervengono, tra gli altri, il presidente del Consiglio regionale delle Marche, Vittoriano Solazzi, il sindaco del Comune di Senigallia, Maurizio Mangialardi, il presidente della sezione Turismo e Cultura di Confindustria Ancona, Ludovico Scortichini e il direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università Politecnica delle Marche, Bruno Mezzetti.

Istituzioni, quindi, ma anche imprenditoria, università, operatori di settore, mondo sanitario e dell’associazionismo, per un confronto ad ampio raggio, perché tutti siano chiamati ad un compito di responsabilità e perché la sinergia tra i vari soggetti, pubblici e privati, sia lo strumento più forte per combattere lo stigma verso la malattia mentale e per incentivare uno sviluppo del territorio che passi anche dall’inclusione sociale.

In questo senso, non è un caso che il convegno adotti anche una prospettiva europea. Proprio la Strategia Europa 2020, elaborata dalla Commissione Europea, delinea infatti un modello di sviluppo che assicuri una crescita che sia insieme intelligente, sostenibile e inclusiva. Tra i punti cardine, quindi, non solo investimenti in ricerca e innovazione e attenzione alle politiche energetiche, ma anche promozione della coesione sociale e territoriale e miglioramento del mercato del lavoro.

Obiettivi, questi ultimi, raggiungibili a partire dall’impegno locale, sul territorio, dove imprese, amministrazioni e servizi sanitari, educativi e associativi possono effettivamente dare un loro contributo sostanziale. Dare spazio e attenzione a persone con difficoltà mentale o psicosociale, inserendole in aziende locali del settore agroalimentare, significa puntare su un mercato di qualità, che privilegi la cura diretta e manuale delle attività, nonché la filiera corta di produzione, sinonimo di rispetto ambientale e di garanzia di qualità alimentare. Il tutto, con il valore aggiunto dell’integrazione sociale.

Interessante e costruttivo, all’interno del convegno, anche lo spazio dedicato alle esperienze di chi ha già intrapreso questo percorso, fatto di opportunità vere, per le persone e per il territorio.

dagli organizzatori