Città Futura: “Far ripartire le attività e dare sostegno economico alle famiglie”
"Certi che il COC abbia fatto il proprio dovere; forse tardive le informazioni dai centri sovraordinati"
La devastazione portata dall’alluvione sta trascinando con sé dubbi e interrogativi a cui andranno date risposte certe, ma già da ora tre certezze sono inequivocabili.
La prima è la capacità di solidarietà dei cittadini di Senigallia e in particolare le alcune migliaia di giovani che si sono prodigati instancabilmente per giorni e giorni nel portare fuori dal fango non solo beni materiali riutilizzabili, ma anche oggetti che rappresentano i ricordi di una vita. La seconda è la forza propulsiva immediata messa in campo dall’Amministrazione comunale, coordinando mezzi e uomini delle Istituzioni e soggetti del volontariato, per ripulire la città pubblica e raccogliere in modo adeguato ed efficace un’enorme quantità di rifiuti, al fine di far partire da subito la stagione estiva e l’economia ad essa legata. La terza è il teatrino della politica che continua sempre uguale, per cui a certe forze politiche non sembra vero di fare processi sommari a questa amministrazione tirando fuori improbabili motivazioni.
Non verrebbe neanche voglia di rispondere alle accuse di “cementificatori” tanto sono infondate, ma valga come esempio del risparmio del consumo di suolo e dei metri cubi in meno di cemento, l’interpretazione riduttiva del Piano Casa attuata a Senigallia, i 100 ettari di terreno edificabile trasformati in zona agricola non edificabile, la riduzione degli indici edificatori come nell’intervento di via Cellini (riduzione di un terzo dell’edificabilità prevista).
Altre forze cercano di illudere i cittadini lasciando intendere impossibili totali risarcimenti come se non facessero parte del governo nazionale e non sapessero che, Renzi o non Renzi, le disponibilità effettive sono ben poche. Ma si sa, sono stati educati alle false promesse e alle illusioni.
Tornando alla realtà, nessuno può negare l’eccezionalità dell’evento, tanto che bisogna fare riferimento all’esondazione del 1940 per comprenderne l’entità. I 13 milioni di metri cubi di acqua non potevano trovare contenimento nel naturale letto del Misa che ha esondato dove ha potuto ed ha allagato un terzo di città fino al mare! In altre circostanze la manutenzione del fiume, degli argini, le nutrie, sarebbero possibili concause, ma di fronte a un evento di così vasta portata, appaiono ridicole. Anche le vasche di espansione, approvate l’anno scorso dal Consiglio comunale, e sicuramente da realizzare al più presto da parte della Provincia, avrebbero contenuto solo la metà, circa, della quantità di acqua fuori uscita, ma non evitato la catastrofe.
Però, alle 6 del mattino il Misa esondava a Pianello, alle 7 il Nevola a Passo Ripe. Solo a quel punto il Centro Operativo Comunale di Senigallia riceveva un’allerta livello 3, rischio esondazione moderato. Si attivava così il protocollo previsto dal PAI (anno 2004) che sulla base del livello di allerta ricevuto si dimostra assolutamente inadeguato all’evento. Alle 9:30 parte della città inizia ad essere inondata, in pieno black out di telefonia fissa e mobile.
Sappiamo che l’Amministrazione Comunale sta mettendo in campo una serie di iniziative e provvedimenti economici per venire incontro alle necessità dei cittadini alluvionati. Le condividiamo tutte ma abbiamo alcune proposte da sottoporre all’attenzione dei cittadini e della Giunta.
Riteniamo molto utile predisporre un tavolo di coordinamento con le Banche cittadine per una moratoria temporanea dei mutui sulla prima casa e alle imprese, e per individuare finanziamenti a tasso agevolato concordato per le spese inevitabili che cittadini e le imprese dovranno sostenere in tempi brevi.
L’Amministrazione dovrà sollecitare la Regione Marche ad ammettere alla Cassa Integrazione (CIG) in deroga i lavoratori dipendenti delle imprese coinvolte nell’alluvione e ad effettuare in tempi rapidi i relativi pagamenti. Esigere da Multiservizi spa la copertura dei maggiori consumi di acqua di questi giorni da parte dei cittadini alluvionati con un sistema di solidarietà. Considerare acquisita la richiesta al governo nazionale dell’alleggerimento del Patto di Stabilità con fondi extra-patto finalizzati all’evento. Richiedere al Governo la sospensione dei pagamenti tributari e previdenziali a vantaggio dei cittadini colpiti.
Ci batteremo affinché i risarcimenti per i cittadini e le imprese colpite dalla calamità siano elargiti in tempi rapidi e che non si ripetano le stesse lunghezze burocratiche avvenute in analoghe situazioni. L’economia della città ha subito un durissimo colpo che ha fatto peggiorare la già critica situazione lavorativa, per cui è necessario far ripartire da subito le nostre attività e dare un sostegno economico alle famiglie colpite.
Saremo tenaci e caparbi nel chiedere spiegazioni e nel ricercare le responsabilità dell’insufficiente avviso alla popolazione di Senigallia dell’enorme quantità di acqua che stava arrivando dal fiume Misa, certi fino a prova contraria, che il Centro Operativo Comunale abbia fatto il proprio dovere, ma con il dubbio che tardive e inadeguate siano arrivate le informazioni dai centri sovraordinati.
La Città Futura non ha da tutelare niente e nessuno, se non la trasparenza delle proprie posizioni, nel rispetto dei cittadini.
Alle 9:30 parte della città inizia ad essere inondata, in pieno black out di telefonia fissa e mobile.
A quell'ora il sottoscritto si trovava all'Ipersimply con l'auto e trovandolo chiuso, ha deciso di lasciare il mezzo nel parcheggio a tetto dello stesso. Venendo giù a piedi e dirigendosi verso Via Savonarola dove abita, ha preferito dirigersi verso il Bancoroma che si trova sulla destra di via G. Bruno direzione ovest. Vista la notevole quantità d'acqua che veniva dal ponte dell'A14 è giunto
fino al negozio Buffetti ci è rimasto fino alle 15. Vorrei far notare, che fino alle 15,42 il mio cellulare TRE ha sempre funzionato come gli altri operatori. In quel luogo eravamo sette persone tutte munite di cellulare. Quello che invece nessuno mi ha mai spiegato, perchè tra il palazzo Goldengas e quello della Teamsystem, lato centrale Telecom Italia, veniva una quantità d'acqua enorme con forte corrente. Abbiamo provato più volte ad attraversare il tratto a piedi ma non ci siamo mai riusciti.
Il tutto per dovere di verità.
Leonardo Maria Conti
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