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Calcio: le foto della salvezza della Vigor Senigallia, in un match da non giocare

Grande traguardo per i rossoblù. Ma fare disputare la partita a poche ore dall'alluvione è stata una vergogna

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Vigor-Falerone, raccoglimento per le vittime dell'alluvione

Un grande risultato sportivo giunto in un momento di tristezza per tutta la città. E’ quello conquistato domenica 4 maggio dalla Vigor Senigallia, che al Bianchelli superando 2-1 la Folgore Falerone ha centrato la permanenza in Eccellenza senza nemmeno passare per i play-out, nonostante una rosa composta quasi esclusivamente da under 20, in gran parte del posto.

Ma ci sembra assurda la decisione di giocare a poche ore di distanza da un’alluvione drammatica, che ha mobilitato i media di tutta Italia, facendo due vittime innocenti (poi purtroppo diventate tre), diversi sfollati e lasciando senza corrente elettrica e collegamenti telefonici gran parte del Comune.

Mentre al Bianchelli si gioca, a poche centinaia di metri la popolazione è ancora alle prese con la conta dei danni economici e con stivali e vanga pulisce le proprie abitazioni invase dal fango, mentre vigili del fuoco e protezione civile provenienti pure da fuori regione continuano a lavorare intensamente.

E ci sono pure – paradossalmente negli stessi momenti – il Presidente del Consiglio Matteo Renzi – venuto a testimoniare la vicinanza dello Stato (sperando che le iniziative non si fermino a questo) – e il sindaco Maurizio Mangialardi, che ha da poco proclamato altre 72 ore di allerta e la chiusura delle scuole.

Tutto questo non vale al Bianchelli, evidentemente, dove si gioca come nulla fosse. O quasi. Perché la Vigor festeggia opportunamente soltanto con una gioia contenuta (minuto di raccoglimento prima del via, e niente tradizionali note dell’Aida a fine gara), spiegando, per bocca del presidente Valentino Mandolini: “non è stata una nostra decisione. Sabato 3 maggio, il giorno prima della gara, ogni tentativo di contatto con la Figc Marche per il rinvio non è andato a buon fine per l’interruzione delle linee telefoniche. Domenica 4 maggio, giorno della partita, sarebbe stato troppo tardi per rinviare”. “Di certo, per noi giocare è stato doloroso – continua Mandolini – . Anche i nostri ragazzi hanno avuto danni e prima e dopo il match hanno dovuto spalare il fango come tutti. Siamo parte di questa città, speriamo nel nostro piccolo di aver dato una piccola gioia di tifosi venuti allo stadio”.

Non pochi (circa 300), dato il contesto.

Il medico sociale Giuliano Giovannetti, precisando di parlare però a titolo personale e non come tesserato vigorino, è tuttavia molto più diretto: “mi sono vergognato per essere dovuto venire allo stadio in un momento simile. Abbiamo dovuto giocare per garantire la regolarità del campionato, la cui ultima giornata deve essere disputata per decisione della Figc in contemporanea in tutti i campi”.

Giusto, ma solo sportivamente parlando. Peccato infatti che la Figc Marche non abbia praticamente fatto nulla per rinviare l’intera giornata già sabato 3 maggio, quando la portata del dramma di una città cominciava ad apparire evidente. Se ne erano accorti i media di tutta Italia, non nelle stanze federali di Ancona, evidentemente.

Il presidente Figc Marche Paolo Cellini spiega, con un certo imbarazzo: “a volte si è costretti a prendere decisioni nell’arco di poco tempo, che col senno di poi si rivelano sbagliate. Sì, forse sarebbe stato meglio non giocare”.

Peccato doppio, perché questa Vigor, questa straordinaria Vigor di ragazzini senigalliesi (10 a loro e all’eccezionale lavoro di mister Alessandrini e del suo staff) men che ventenni, avrebbe meritato di poter festeggiare in ben altro contesto, con uno sfondo non così mesto e in uno stadio più pieno.

Lo spettacolo deve andare avanti”, recita un vecchio detto: ma lo spettacolo che si è osservato allo stadio comunale centrale stavolta è sembrato a molti stonato, lasciando in bocca l’amaro sapore della vergogna.

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