Senigallia ancora alle prese con la pulizia e lo sgombero da acqua e fango
Ma cresce la polemica per le modalità degli annunci e la tempestività dei soccorsi - FOTO
Senigallia è alle prese – a pieno regime – con le operazioni di sgombero, pulizia di appartamenti, garages e cantine, oltre che col salvataggio di tutto ciò che non è stato toccato e trascinato via dall’acqua dell’alluvione del 3 maggio. Una situazione emergenziale che continua 24 ore su 24.
E a testimoniarlo vi sono non solo le sirene, ma i tanti senigalliesi che si sono rimboccati le maniche da soli per poter salvare qualche suppellettile o qualche ricordo non ancora finito sott’acqua della piena del fiume Misa tracimato in più punti.
E proprio su questi punti da cui è partito l’allagamento stanno nascendo alcune polemiche che riguardano sia le modalità di esondazione del fiume e sia la tempestività degli annunci e dei soccorsi.
Perché se a Pianello d’Ostra l’esondazione si è verificata intorno o poco dopo le ore 7 di sabato mattina, 3 maggio, e se a Passo Ripe è tracimato il fiume due ore dopo, forse qualche annuncio di una piena in arrivo poteva essere dato per far spostare le auto in collina o quantomeno nei punti più in rialzo della città.
Questo, perlomeno stando alle tante lamentele dei cittadini, è l’umore che si respira in giro. Una situazione imprevista – e qui già non si capisce perché le allerte meteo dei giorni precedenti non siano state “recepite” in modo utile – e assolutamente fuori controllo che ha impedito qualsiasi manovra per evitare le due vittime e la quantità ingente di danni, che raggiungeranno sicuramente le centinaia di milioni di euro.
Sulla tempestività degli annunci (anche sulle modalità) e sulla velocità dei soccorsi, bisogna innanzitutto dire che Vigili del Fuoco, 118, Protezione Civile, Vigili Urbani, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno fatto tutto ciò che poteva essere utile per soccorrere i vari cittadini in difficoltà anche in condizioni pericolose per loro stessi. Certo è che usare internet per gli annunci quando i residenti delle zone interessate non avevano la corrente e di sicuro non pensavano a facebook o twitter, forse non ha aiutato i senigalliesi alle prese con l’acqua dentro casa. E di quanti giravano con gli altoparlanti, sono in molti a dire che non si capiva nulla di ciò che veniva detto.
In zona Portone, quella del vecchio piano regolatore che ha fatto da vasca di espansione e da raccoglitore di tutta l’acqua tracimata, non si sono visti i soccorsi fino alle 16/17, diverse ore dopo le ondate di fango che hanno riempito le strade.
Una situazione che, nonostante gli sforzi, ha messo in evidenza alcune criticità tra cui anche la semplice incapacità di decidere per unire le forze venute da fuori con alcuni volontari della città anche solo per aiutarli a raggiungere prima le zone interessate.
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