28 aprile: giornata mondiale delle vittime dell’amianto (ma non a Senigallia)
"Né l’amministrazione, né i sindacati hanno pensato di organizzare qualcosa per celebrare tale ricorrenza"
Nove anni fa, esattamente lo scorso 28 gennaio 2005, a Porto Alegre (Brasile), nell’ambito del forum mondiale sull’amianto, è stato proposto dall’Abrea, associazione brasiliana degli esposti all’amianto, di definire una giornata mondiale nella quale richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui gravissimi danni alla salute che l’impiego dell’amianto ha prodotto e, purtroppo, continuerà ancora a produrre per molti anni.
All’unanimità il forum mondiale ha deciso di stabilire la data del 28 aprile di ogni anno e di invitare tutte le associazioni, i movimenti, le istituzioni ed i sindacati a far propria questa ricorrenza, ognuno con la propria sensibilità ed attraverso apposite iniziative.
L’A.L.A. associazione lotta all’amianto, si sente partecipe ed ha sempre ricordato questa data con una celebrazione religiosa in memoria dei morti dall’amianto. La stessa cosa però, purtroppo, non succede nella città di Senigallia dal momento che, né l’amministrazione comunale, né i sindacati, hanno pensato di organizzare qualcosa per celebrare tale ricorrenza.
Una punta di amarezza dunque da Senigallia, la città della Sacelit e dell’Italcementi, mentre in Italia – dove sono ancora presenti oltre 40 milioni di tonnellate d’amianto – continuano a morire ogni anno cinquemila persone. Una strage silenziosa provocata dall’amianto custodito tra l’altro anche in tremila scuole del nostro Paese.
Purtroppo ancora l’ amianto esiste sotto forma di prodotti e nell’aria “spolverata” dalle lastre da bonificare rotte e che rilasciano fibre pericolosissime. Senigallia è una città critica in tutto ciò e me ne rammarico che si continui a tralasciare un censimento che si richiede da anni.
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