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Elio Marchegiani spiega l’avventura dell’arte dalle finestre della Rocca

Il Sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi ha inaugurato la mostra venerdì 18 aprile

Elio Marchegiani di fronte a una sua opera (Foto Marco Mandolini)

Salita su un’antica colonna, la scimmia con il cannocchiale e la selce scruta il mondo circostante  dalle finestre della Rocca Roveresca. In un frastornante spazio bianco il pipistello apre le ali, fronteggiando una forma bianca di squisita fattura.

Nei quadri il cerchio, come forma geometrica, ma anche come simbolo della perfezione pregressa viene esaminato nelle variabili auree della sua necessitata quanto inattesa  frammentazione.  I dipinti  vedono la gomma sostituirsi alla tela. Il colore è misurato nelle sue grammature attraverso  strisce cromatiche, che  percorrono e misurano lo spazio bianco dei muri e quello  nero delle pietre di Lavagna. Preziosi cristalli e rare conchiglie sporgono dalle vaste superfici.

Così Elio Marchigiani, il  direttore emerito dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, seguito da una schiera dei suoi ex allievi, oggi, quasi tutti, attempati leader delle arti visive, il pomeriggio di venerdì 18 aprile alla Rocca Roveresca ha spiegato al pubblico, attraverso le sue opere,  il presente e forse anche il futuro prossimo dell’arte, intesa  come sperimentazione del vedere continua e inarrestabile. Il suo agire in arte è un fare per far pensare. La gente che numerosissima è convenuta alla Rocca Roveresca per l’inaugurazione della mostra si affeziona subito all’eloquio semplice ed alto di questo maestro, capisce e sostituisce l’emozione alla sorpresa. Per incontrare l’arte di  Elio Marchegiani si sono spostati in tanti artisti di rilievo.

Nelle sale della rocca spiccano  le barbe bianche di Mangiaterra e Agrà ed il codino, rigorosamente bianco di Antonio D’Agostino, promotore della rassegna di artisti concettuali, inseriti in una splendida catalogazione, intitolata “Struttura, pittura”. Anche l’assessore alla cultura Stefano Schiavoni è un ex allievo di Marchegiani e percorre l’itinerario espositivo estasiato ed orgoglioso, accompagnato un’altra ex allieva di prestigio, Chiara Diamantini, esponente di spicco della poesia visiva. Per espressione di affetto, stima e rappresentanza alla Rocca Roveresca   c’è pure l’attuale direttore dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, il prof. Sebastiano Guerrera. Tanti i flash perché Senigallia è la città della fotografia e nessun bravo fotografo vuole farsi sfuggire l’occasione di fotografare Marchegiani di fronte alle sue opere.  In azione ci sono gli obiettivi di Giorgio Pegoli, Marco Mandolini, Alberto Polonara, Alfonso Napolitano, Patrizia Lo Conte.

Elio Marchegiani con Maurizio Mangialardi (Foto Alberto Polonara)Ad aprire ufficialmente l’evento espositivo è stato il Sindaco Maurizio Mangialardi, che ha  preceduto nei saluti e nel ringraziamento a Marchegiani  l’assessore Schiavoni ed il direttore del Musinf, prof. Bugatti, che ha detto di attendere per una nuova iniziativa le fotografia del viaggio in Cina, scattate da Marchegiani. Dal prof. Bugatti è venuto anche il rapporto sulle prestigiose presenze senigalliesi di questi giorni con la citazione della mostra omaggio a Mario Giacomelli al palazzo ducale di Zara, curata da Katiuscia Biondi, inaugurata dall’assessore Schiavoni e con la visita del sindaco Mangialardi alla mostra di Frida Khalo, alle scuderie del Quirinale, in preparazione della mostra  estiva di Leo Matiz a Senigallia, che vedrà, tra l’altro,  allineate proprio le fotografie di Frida Khalo, scattate da Matiz.

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