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Il ricorso: 20 milioni di ipoteche per un debito di 99mila euro

Un imprenditore edile lamenta di essere stato penalizzato da una banca. E il tribunale gli dà ragione

Autonoleggio Mariotti Senigallia
Edilizia, imprese edili, casa, mattone

Non si possono ipotecare terreni e beni per un valore di oltre 20 milioni di euro a fronte di un debito di 99.000 €. E’ questa in sintesi la strada che il Tribunale di Ancona ha tracciato, confermando una sentenza dello scorso 26 novembre 2013 in cui veniva accolto il ricorso presentato dalla società Alca Costruzioni Srl nei confronti della banca Unicredit.

Questo è quanto viene reso noto dalla ditta edile, attraverso il suo legale Corrado Brancati di Pesaro, in merito al tribunale dorico che detta una seconda “definitiva e inappellabile” sentenza sulla vicenda Alca-Unicredit.

Alca è una società che da tempo opera nel comune di Senigallia e nel tempo aveva chiesto alla locale filiale di Unicredit aperture di credito e di conto corrente bancario“, spiegano dall’azienda. “Nel dicembre 2012 la banca ha chiesto alla Alca di rientrare e ha ottenuto dal Tribunale di Ancona, sezione staccata di Senigallia, un decretoPer un valore di appena 99.000 euro venivano ipotecati – illustra il legale pesarese – terreni per oltre 2 ettari di estensione molti dei quali aventi natura edificabile, 19 fra appartamenti, uffici e locali ad uso commerciale ed industriale, per un totale di 57,5 vani, già costruiti, svariate centinaia di mq di immobili in corso di costruzione ad uso residenziale e svariate migliaia di mq di immobili ad uso commerciale; ad abundantiam venivano anche sottoposti a ipoteca giudiziale 27 garage e uno stabile adibito a casa di cura. Il valore di questi beni supera di gran lunga i 10 milioni di Euro. Come se non bastasse Unicredit, in data 25 marzo, ha proceduto ad iscrivere ipoteca giudiziale anche i beni dei fideiussori. Venivano ipotecati ulteriori 64 immobili (per un totale di 101 immobili). E quindi almeno altri 10 milioni di Euro di valore“.

Avvocato Brancati, come è possibile questa differenza tra l’ammontare del debito e il valore delle ipoteche?
Risulta evidente per la sproporzione dell’azione posta in essere, che l’intento della banca non era quello di cautelare un credito, ma di mettere in difficoltà il debitore per costringerlo (con abuso dei diritti concessi dalla legge) ad adempiere il suo debito“.

Paolo AlessandroniDa parte di Alca Costruzioni c’è dunque una certa soddisfazione per l’ordinanza del Tribunale di Ancona, ma la questione non finisce qui, considerato l’atteggiamento della Conservatoria. “Ad oggi – afferma Paolo Alessandroni, titolare dell’azienda fondata dal padre nel 1974 e presidente del Collegio Costruttori Edili di Ancona dal febbraio 2009dopo più di un mese e mezzo non ci hanno accolto l’istanza, nonostante l’ordinanza sia inappellabile e con formula esecutiva hanno voluto un’ulteriore dichiarazione dalla cancelleria del Tribunale che attestasse che non vi fosse un ulteriore procedimento, cosa impossibile per procedura in un cautelare ex art 700, hanno voluto la copia conforme della nostra memoria ove si evince la lista degli immobili dove andare a cancellare l’ipoteca perché il giudice nell’ordinanza ha menzionato i soli immobili rimasti a garanzia. Tutto ciò costituisce un esempio di burocrazia”.

Malgrado tutto l’imprenditore Alessandroni auspica un cambio di atteggiamento da parte degl iistituti di credito: “Non siamo su parti opposte della barricata. Noi e le banche dobbiamo collaborare anche in momenti difficili come questi. Basterebbe poco e che cioè ciascuno facesse la sua parte per continuare a sviluppare la nostra economia e creare lavoro. Se, invece, il sistema creditizio non ci ascolta come conseguenza ci sarà la chiusura forzata di tutte le attività, a partire da quelle piccole, ma anche le banche alla lunga non se la passeranno bene. Quindi, mi chiedo: a chi giova questo atteggiamento? Non è ora di cambiare e cercare di collaborare?“.

Commenti
Solo un commento
cocaletta 2014-04-10 20:18:55
in periodi di difficoltà le banche ti danno la spinta definitiva per cadere nel burrone
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