“Battezzato” a Senigallia il nuovo presidio di Libera
Sottoscritto il patto per la legalità davanti agli zii di Attilio Romanò, giovane ucciso dalla camorra - FOTO
Si è svolto a Senigallia il “battesimo” del nuovo presidio di Libera, la rete di associazioni, nomi e numeri contro le mafie che da sabato 5 aprile ha un punto di riferimento anche sulla spiaggia di velluto. La nascita di questo presidio è stata salutata da diversi esponenti dell’associazionismo – e non solo – locali oltre che dall’amministrazione comunale, dalla referente Libera Marche e dagli zii di Attilio Romanò, il 29enne napoletano ucciso dalla camorra per uno scambio di persona, a cui il presidio è intitolato.
Una “cerimonia” senza tanti fronzoli ma con tanta partecipazione e con un’atmosfera carica di voglia di fare quella allestita all’auditorium San Rocco: vi hanno partecipato, oltre a tanti cittadini, l’assessore Paola Curzi, che ha sottolineato come il legame di Senigallia con Libera sia forte e costante da alcuni anni grazie anche al “Caterraduno”, la manifestazione di Caterpillar durante la quale si svolge l’asta della legalità a favore del coordinamento fondato da don Luigi Ciotti; il vescovo Giuseppe Orlandoni e don Paolo Gasperini (parroco e referente dell’associazione Un Tetto) che hanno evidenziato come la povertà e la corruzione siano terreni fertili per l’insediamento delle mafie.
La responsabile del coordinamento Libera Marche Paola Senesi ha affermato, senza tanti giri di parole, che la mafia è ramificata ovunque e le Marche non esenti da questa piaga che s’insinua dove ci sono gli affari e dove la cultura della legalità viene meno. Nelle sole Marche sono ben 24 i beni confiscati alle mafie. Proprio la notizia di pochi giorni fa, dell’arresto di diversi esponenti appartenenti ad alcune associazioni mafiose internazionali, fa capire la portata del fenomeno, tutt’altro che limitata al solito meridione italiano.
Dopo la visione di un video sulle iniziative di Libera per il 22 marzo a Latina, dove oltre 100 mila persone hanno partecipato alla XIX giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, si è illustrata la storia di Attilio Romanò, il 29enne napoletano ucciso dalla camorra mentre lavorava presso un negozio di telefonia di Secondigliano (NA) per uno scambio di persona, il 24 gennaio 2005.
Gli zii, commossi, hanno presenziato al “battesimo” (il contro-rito di Libera, opposto all’iniziazione mafiosa), ricordando quanto fosse pieno di vita e disponibilità verso tutti il loro nipote. Lavorava nel negozio aperto assieme a un socio, lontano parente di scissionisti camorristi che non si sono accertati chi in realtà stavano per uccidere. L’hanno crivellato di colpi e basta.
“Ma – conclude con una nota di speranza Senesi – i cittadini onesti sono più di quelli disonesti, solo che devono essere anche più informati e critici per far sì che Libera e i suoi presidi arrivino al loro obiettivo: quello di potersi sciogliere un giorno, il che significherebbe che prima di tutto sono sparite le mafie“.
Alla nascita di Senigallia ha fatto da sponda anche un altro ‘battezzo’, quello del presidio di Fermo, con i ragazzi delle scuole.
foto di Luca Ceccacci
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!