Imposta sulla pubblicità, Paradisi presenta l’ordine del giorno
L'atto impegnerebbe l'amministrazione comunale a rimborsare gli esercizi commerciali di Senigallia
Roberto Paradisi torna a dare battaglia all’Amministrazione Comunale sul tema dell’imposta sulla pubblicità. E lo fa con un ordine del giorno per il prossimo consiglio comunale (nel precedente ha presentato un’interrogazione) in cui – se approvato – si impegnerebbe sindaco e giunta di Senigallia a fare un passo indietro rimborsando i commercianti della spiaggia di velluto.
Di seguito il testo integrale presentato dal consigliere del Coordinamento Civico.
Sig. Sindaco del Comune di Senigallia
Sig. Presidente del Consiglio Comunale
ORDINE DEL GIORNO: IMPOSTA COMUNALE SULLA PUBBLICITA’ PERSECUTORIA E ILLEGITTIMA
Io sottoscritto Roberto Paradisi, consigliere comunale,
PREMESSO CHE
• Il Comune di Senigallia, in violazione del D.lgs 5/1993 e della risoluzione 2/DF del 24.04.2009, continua ad applicare (differentemente dalla pressocché totalità degli altri Comuni) l’imposta comunale di pubblicità in relazione alle insegne degli esercizi commerciali in modo vessatorio nei confronti dei cittadini;
• In particolare, il Comune anziché determinare l’imposta sulla base della superficie (minima) in cui è inserito il carattere alfanumerico dell’insegna, calcola detta imposta sulla base dell’intera superficie (fosse anche un’intera vetrina) che ospita la scritta identificativa dell’esercizio;
• Vessatoria e abnorme la conseguenza: anche chi ha insegne che occupano una superficie inferiore ai 5 metri quadrati complessivi (situazione che comporta l’esenzione totale dall’imposta) viene costretto a pagare in relazione all’intero supporto (vetrina o altro) che ospita l’insegna.
CONSIDERATO CHE
• Tale modalità di esercizio dell’autorità amministrativa viola, non solo precise norme di legge e regolamentari, ma anche il principio di collaborazione tra p.a. e cittadino, il principio di buona fede e di efficienza della p.a.;
• Il sindaco Mangialardi, interpellato dal sottoscritto sul punto, aveva risposto che tutto era in regola arrivando a difendere il responsabile dell’Ufficio Tributi del Comune dott. Paolinelli che aveva testualmente scritto – non senza presunzione – di ritenere (lui!) “non conforme al dettato normativo le indicazioni contenute nella risoluzione del Ministero dell’Economia e delle Finanze” che ha appunto sempre prescritto ai Comuni la modalità di calcolo sulla superficie minima, contrariamente a quanto fa illegittimamente il Comune di Senigallia. Un funzionario comunale, insomma, d’accordo con il sindaco, disapplica coscientemente una norma ministeriale per far pagare più tasse ai cittadini;
• Che, come il sottoscritto ha recentemente reso pubblico, il Garante del contribuente delle Marche dott. De Feo, intervenendo sulla questione da me sollevata in Consiglio Comunale, ha invece parlato di “intento persecutorio e restrittivo se pure adottato in buona fede” da parte del Comune di Senigallia chiarendo i profili di illegittimità di una simile modalità di tassazione;
Premesso tutto ciò il Consiglio Comunale
IMPEGNA L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
– A rispettare i dettami del D.lgs 5/1993 e della risoluzione 2/DF del 24.04.2009 così come correttamente indicati dal Garante del Contribuente delle Marche dott. De Feo e a rimborsare i commercianti senigalliesi per quanto indebitamente corrisposto sulla base di una interpretazione totalmente errata di precise norme di legge e in violazione dei regolamenti ministeriali coscientemente disapplicati da un funzionario comunale.
Senigallia lì 1.04.2014
Roberto Paradisi
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