L’università in Italia non attira più
I giovani con una laurea sono pochi e troppo spesso disoccupati o mal retribuiti
L’università, in Italia, non attira più. Lo dice chiaramente il rapporto 2014 del consorzio Almalaurea, che fa il punto della situazione sui laureati e la loro situazione occupazionale una volta terminata l’esperienza universitaria.
In Italia, i giovani tra i 25 e i 34 anni che hanno un titolo universitario o equiparato sono il 21% contro il 59 del Giappone, il 47 del Regno Unito o il 43 di Francia e Stati Uniti: una cifra nettamente al di sotto della media Ocse (39%) e dell’Unione Europea (36%).
In Italia chi si laurea fa un’enorme fatica a trovare lavoro e quasi sempre lo ottiene a condizioni di retribuzione più basse rispetto ad altri paesi.
I dati che emergono sono drammatici: il tasso di disoccupazione, a un anno dal titolo, è cresciuto del 12% in quattro anni per le lauree 3+2 e del 15% per lauree a ciclo unico (medicina, architettura, giurisprudenza): i laureati disoccupati sono il 26,5% di chi ha terminato la triennale, il 22,9% di quelli con laurea specialistica e il 24,4% di chi ha una laurea magistrale a ciclo unico.
Rispetto al 2008, le retribuzioni reali sono calate del 20% circa, scendendo a circa 1.000 euro. I laureati di ingegneria e delle professioni sanitarie stanno meglio rispetto ai colleghi che escono dalle facoltà umanistiche, ma nessun titolo di studio è ormai garanzia di posto sicuro.
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