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Imbrattamento a Senigallia, CasaPound rivendica: lo sdegno in città, i 4 fermati

Giunti da Ancona, Montegranaro e San Benedetto per compiere l'azione dimostrativa nella fontana dei Leoni

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Fontana dei Leoni chiusa e transennata dopo il blitx di CasaPound - Foto Ceccacci

Parlano di antieuropeismo, ribellione ai diktat europei, scenari economici non rassicuranti e suicidi in aumento, ma quello che i militanti di CasaPound Italia Marche sono riusciti a smuovere con l’azione dimostrativa di domenica 16 marzo, è lo sdegno, tutto sommato trasversale, delle forze politiche di Senigallia e di tanti cittadini.

Poche ore dopo il blitz, con il quale 4 militanti hanno riversato alcune bottiglie di colorante rosso nell’acqua della fontana dei Leoni di piazza del Duca a Senigallia, imbrattandola, CasaPound Italia Marche ha rivendicato l’azione anche dalla propria pagina Facebook, attraverso un post.

“Simbolicamente nella fontana c’è il sangue degli Italiani – afferma nella nota Michele Sgariglia, portavoce di CasaPound Marche – che sono vittime della crisi economica e dell’Unione Europea”.

Questo, dunque, il senso del gesto dimostrativo, accompagnato dal lancio di alcuni volantini con lo slogan “Non suicidatevi, ribellatevi!”, che però ha suscitato solo pesanti critiche e messaggi di condanna e sdegno provenienti da tante parti politiche.

Aver colpito in quel modo la fontana situata tra la Rocca e Palazzo del Duca, uno dei monumenti storici di Senigallia, che è stata ripulita nella giornata di lunedì 17 marzo, è stato un gesto da molti bollato come idiota, offensivo, preoccupante e vandalico.

Di atto contro i beni comuni e meramente vandalico parla il Sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, che pretende dai responsabili il risarcimento danni. Di offesa alla città e gesto insensato e politicamente sterile parla La Città Futura. I Consiglieri di opposizione Battisti, Mancini e Rebecchini (Partecipazione e Gruppo Misto) parlano di episodio che non deve far abbassare la guardia di fronte al rifiorire di rigurgiti neofascisti. Anche la lista Nuova Senigallia ha espresso, attraverso un commento su Senigallia Notizie, l’inqualificabilità dell’azione, tirando in ballo la richiesta di risarcimento.

Ma a chi andrà presentato questo conto? Sul posto, nel tardo pomeriggio di domenica 16 marzo sono intervenuti gli agenti della Polizia Municipale e quelli del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Senigallia. Questi ultimi hanno proceduto all’identificazione di due ragazzi di Montegranaro (FM), uno di 24 anni e uno di 25, un 30enne di Ancona e un 39enne di San Benedetto del Tronto (AP).

Quattro aderenti alla sezione marchigiana del movimento di estrema destra CasaPound Italia, su cui per il momento, a quanto ci riferisce il Commissario Agostino Licari, non pendono provvedimenti, poichè è da valutare l’eventuale imputazione di reati come deturpamento, imbrattamento o danneggiamento. Per quanto riguarda la protesta politica in sè, invece, nulla è eccepibile nei confronti dei quattro.

Resta da capire cosa ci sia di politicamente rilevante in un’azione che di politico aveva l’etichetta di CasaPound, ma che, oltre ad una facile mescolanza di frasi che sentiamo venire da mesi da alcune forze avverse all’Unione Europa, non ha lanciato nulla di concreto… ha lanciato solo del colorante rosso che ha sporcato un nostro bene storico.

Commenti
Ci sono 4 commenti
O. Manni
O. Manni 2014-03-18 05:34:02
Politicamente si tratta di individui già sconfitti, e con questo gesto, altro non hanno fatto che incrementare la loro sconfitta squalificandosi da soli, agli occhi e nell'opinione pubblica di tanti altri cittadini. Quattrini che possano risarcire il danno materiale, e soprattutto quello di immagine alla nostra città, sarà difficile vederne da questi soggetti...E se anche si vedranno, sarà tra moooolto tempo. Punizioni di diverso carattere "afflittivo", oltre che servono a ben poco con questi "pittoreschi" personaggi, non farebbero altro che aumentare odio, esasperando ulteriormente le divisioni. Se la logica della nostra città, dovesse essere quella del dare loro un esempio autorevole, per fare in modo che riflettano sulle loro colpe e responsabilità, a mio avviso la soluzione giusta ed esemplare da ricercare anche attraverso dei Tribunali e dei giudici coraggiosi, dovrebbe essere una pena alternativa. Ovvero un periodo di tempo equivalente al risarcimento dei danni, da passare svolgendo lavori socialmente utili alla nostra comunità. Pulire strade e spiaggie, potare alberi ed aiuole, raccogliere cacche di cane che altri individui incivili come loro lasciano a terra, ridipingere muri dalle svastiche e simboli fascisti, ecc, ecc. Educare alla convivenza civile, al rispetto delle regole relative ed alla buona educazione insomma. Ben prima di andare a sindacare, contestare o criticare, le loro opinioni politiche sull'Europa o su altri argomenti. Il giochino della parti e delle ideologie arroccate su diverse trincee a farsi la guerra, stavolta lasciamolo stare. Non è quello il vero problema che si viene a creare con i fenomeni come "CasaPound" ed affini.
BlackCat
BlackCat 2014-03-18 10:20:38
Come per la Fontana di Trevi a Roma nel 2007: http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/vandalo-trevi/vandalo-trevi/vandalo-trevi.html
paolo 2014-03-18 10:43:08
Concordo con Jep, anche se sono dell'idea che tutti gli ospiti delle patrie galere dovrebbero svolgere lavori socialmente utili; se non altro per ammortizzare i costi della loro permanenza a spese nostre.
O. Manni
O. Manni 2014-03-19 09:22:51
@paolo, presumo che ameno il 90% dei detenuti nelle nostre carceri, non chieda di meglio che occupare quelle 23 ore al giorno in modo "sano" e costruttivo. Per loro stessi, più che per una questione economica. Anche solo 3 o 4 anni di galera inchiodati in uno spazio ristretto di 3mX3m, per 23 ore al giorno, farebbero betemmiare anche Papa Francesco o Madre Teresa di Calcutta e diventare pazzo qualsiasi individuo.
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