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Sulla foce del Misa a Senigallia riprende il progetto internazionale “EsCoSed”

Al via la seconda fase di una campagna di rilievi fluviali-marittimi

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Il canale portuale del fiume Misa a Senigallia

Partirà a breve la seconda fase di una campagna di rilievi fluviali-marittimi, che ha interessato lo specchio d’acqua relativo al tratto terminale del porto-canale ed all’area marina attorno alla foce del fiume Misa e che ha preso il via a settembre 2013.

Si tratta di un evento scientifico particolarmente importante per Senigallia, sia per le tematiche, affrontate per la prima volta, che per la qualità dei ricercatori coinvolti. Nella seconda fase della campagna infatti parteciperanno, oltre ai ricercatoriitaliani dell’Università Politecnica delle Marche, anche altri ricercatori statunitensi provenienti dal National Research Laboratory, dalla US Naval Academy, dalla University of Florida e dalla US Postgraduate School, oltre a quelli dell’ente di ricerca internazionale SACLANT (NATO), con sede a La Spezia.

Il progetto internazionale dal titolo “Natural-scale Analysis of Estuarine Cohesive Sediments (EsCoSed)” è finanziato dall’ente sovrannazionale di ricerca Office of Naval Research, con sede negli U.S.A., e condotto in collaborazione congiunta dal settore di Idraulica del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura dell’Università Politecnica delle Marche e dall’ente di ricerca Naval Research Laboratory dello Stennis Space Center della US Navy, ovvero la Marina Militare degli Stati uniti d’America.

Il progetto EsCoSed è uno studio molto innovativo nel suo genere ed ha l’obiettivo di comprendere la fisica e la meccanica dell’influenza della componente salina dell’acqua marina sul fenomeno della “flocculazione”, ossia l’aggregazione su base fisico-chimica dei sedimenti argillosi trasportati dal fiume e riversati in mare, problema connesso anche al trasporto di inquinanti.

Il fiume Misa, per le sue caratteristiche come la presenza di fanghi con componente argillosa e le numerose infrastrutture (moli accessibili agli autoveicoli, darsena di appoggio per i mezzi navali, ecc… ), si è rivelato un vero e proprio “laboratorio a scala naturale”.

Le attività di ricerca hanno avuto regolare svolgimento anche grazie alle autorizzazioni concesse e al supporto fornito dall’Ufficio Locale Marittimo di Senigallia, dalla Capitaneria di Porto di Ancona, dall’Ufficio Porto del Comune di Senigallia e dall’ente Marifari (sede di Venezia).

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