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Nuovo importante restauro quello appena condotto dalla Diocesi di Senigallia

L’intervento ha interessato il portale d’ingresso al Palazzo Mastai Ferretti, casa natale di Pio IX

Portale Palazzo Mastai Senigallia

Nuovo importante restauro quello appena condotto dalla Diocesi di Senigallia per la salvaguardia e valorizzazione del ricco patrimonio culturale del proprio territorio. L’intervento, reso possibile dalla sinergia economica fra Fondazione Carjesi, Regione e Diocesi, ha questa volta interessato il monumentale portale d’ingresso al Palazzo Mastai Ferretti, casa natale di Pio IX e museo dedicato alla memoria del pontefice.

Il grande portale lapideo, connotante una delle vie principali di Senigallia, come Via Mastai, oltretutto particolarmente visibile dal grande arco presso il Municipio che immette nella centralissima piazza Roma, presentava uno stato conservativo altamente precario con evidenti zone a rischio distacco e perdita di materiale originario. In corrispondenza dei punti di maggior deposito, e non solo – prosegue il Direttore del Museo Pio IX canonico Alfredo Pasquali –  si evidenziavano spaccature e fenditure della pietra con perdita di materiale provocato dai continui depositi di acqua che durante le gelate invernali, aumentando di volume, avevano provocato spaccature con distacchi di materiale lapideo. Si è registrato pertanto una grave situazione generale, che ha compromesso la lettura globale del manufatto.

Anche i depositi di idrocarburi ofuscavano la vera colorazione calcarea bianca tipica del travertino istriano”.

Di qui l’urgenza dell’intervento, condotto dalla ditta di restauro “Il Compasso” del Prof. Michele Papi di Urbino, sotto la costante direzione della Dott.ssa M. Claudia Caldari, della Soprintendenza per il Patrimonio Storico e Artistico delle Marche. “Le fasi di pulitura – spiega il Prof. Papi – sono state eseguite mediante impacchi di polpa di cellulosa addizionata con solventi basici come il Carbonato di Ammonio.

La pulitura è stata ultimata con mezzi meccanici come il bisturi e le stuccature delle fenditure realizzate con polvere della stessa pietra. Sull’intera superficie è stata applicata una mano di consolidante lapideo al fine di ridare consistenza e idrorepellenza al manufatto”. Una importante pagina di storia dell’arte di Senigallia, torna così al pubblico godimento nel suo splendore, “e dobbiamo senz’altro ringraziare quei soggetti, in primis la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi – che si sono ancora una volta fatti carico del recupero e della valorizzazione del nostro patrimonio storico artistico, così prezioso per i risvolti religiosi, culturali e turistici che riveste” ha concluso il delegato diocesano per i beni culturali Mons. Pier Domenico Pasquini.

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