Una donna nascosta nel congelatore del laboratorio cinese di Senigallia
Dopo il blitz di gennaio, Polizia e Vigili del Fuoco sono tornati nel fabbricato e lo hanno sequestrato
Hanno trovato pure una donna nascosta in un congelatore di ampie dimensioni, gli uomini della Polizia e dei Vigili del Fuoco che – dopo il blitz del 25 gennaio 2014 – sono in queste ore nuovamente tornati nel laboratorio cinese di confezioni di abbigliamento scoperto a Senigallia, in zona Borgo Catena.
La donna, clandestina, era stata espulsa proprio dopo il controllo del mese di gennaio, ed ora è stata denunciata per l’inottemperanza dell’ordine del Questore: gli uomini del Commissariato di Polizia l’hanno trovata “infreddolita ed impaurita“.
Il laboratorio invece è stato posto sotto sequestro penale e sigillato, facendo così cessare la prosecuzione delle attività produttive.
Polizia e Vigili del Fuoco del comando provinciale di Ancona sono tornati sul posto a distanza di un paio di settimane in seguito alle gravi carenze in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro emerse lo scorso 25 gennaio. Tenuto conto del fatto che la vigente normativa consente, una volta pagate le sanzioni connesse all’impiego di lavoratori non dichiarati, di riprendere l’attività, le forze dell’ordine hanno dunque ritenuto sussistere ancora oggi gravi pericoli per l’incolumità.
” Alcuni cinesi – comunica il dirigente dl Commissariato di P.S. Agostino Maurizio Licari – si sono allontanati precipitosamente dalle postazioni di lavoro appena notato che si stava per compiere un controllo.Sono comunque stati identificati tutti i presenti, tra cui alcuni minori, per complessive 15 persone. Successivamente, rumori che provenivano da un congelatore di ampie dimensioni presente nei locali adibiti a sala da pranzo hanno attirato l’attenzione degli agenti, che con stupore hanno scoperto che all’interno dello stesso si trovava nascosta la donna clandestina già presente il 25 gennaio“.
Contemporaneamente i Vigili del Fuoco hanno accertato gravi violazioni alla normativa sulle condizioni dei luoghi di lavoro ed in particolare l’assenza di porte di uscita con le prescritte aperture di sicurezza, l’assenza di impianti di illuminazione di emergenza e la presenza di materiali e scarti di lavorazione in quantità tali da rendere elevato il rischio d’incendio che, se fosse scoppiato, si sarebbe potuto propagare nel piano superiore destinato agli alloggi e privo di uscite di sicurezza, con grave pericolo per l’incolumità delle molte persone presenti.
Oltre al sequestro del fabbricato, alla denuncia della già citata donna e all’identificazione di tutti i presenti, il deferimento alla Procura della Repubblica è scattato anche per il titolare cinese dell’azienda, in seguito proprio alle gravi violazioni riscontrate in materia di sicurezza.
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