“Cuoca sotto procedimento disciplinare per critiche al Comune di Senigallia”
Il consigliere Paradisi: "ecco il caso reale di una dipendente al di là delle bugie del Sindaco e della Cgil"
Bugiardi come il sindaco. Nella fiera dell’ipocrisia da vassalli del potere non potevano mancare i sindacati. In prima linea, ovviamente, la Cgil.
Il cui referente, Roberto Sagrati, invece di tutelare i suoi colleghi (magari non protetti dall’ombrello sindacalista) mente pubblicamente pur di difendere il primo cittadino e la censura da lui imposta.
Ecco la menzogna: il codice di comportamento non vieta ai dipendenti solo l’offesa e la denigrazione, come ha affermato Sagrati al termine di un incontro con il sindaco (comportamenti peraltro già vietati dal codice penale agli articoli 594 e 595 senza alcun bisogno di codici firmati dal Maurizio civico).
Vieta invece espressamente la pubblicazione di dichiarazioni inerenti l’attività lavorativa “indipendentemente dal contenuto” se esse siano riconducibili direttamente o indirettamente al Comune.
Vieta inoltre il rilascio di dichiarazioni “che possano ledere l’immagine dell’Amministrazione comunale” (al di là dunque della presenza o meno di frasi ingiuriose e diffamatorie).
Un’affermazione quest’ultima che, espressamente, vieta qualsiasi critica (atteso che la critica, anche quella correttamente formulata, si risolve in una lesione dell’immagine di efficienza dell’Amministrazione).
Di questa inqualificabile volontà censoria dell’Amministrazione comunale – giusto per far comprendere come nella realtà agiscono effettivamente questi signori, salvo poi smentire l’evidente – sono stato testimone tempo fa.
E’ il caso di una cuoca, dipendente comunale a tempo determinato presso le mense scolastiche, che finì sotto procedimento disciplinare (esattamente come in Cecoslovacchia nei tempi “migliori”) per aver scritto pubblicamente che erano criticabili le scelte dell’Amministrazione per l’assegnazione degli alloggi popolari.
Nessuna offesa e nessuna denigrazione. Partì però la lettera di contestazione (durissima), convocazione presso il dirigente, procedimento disciplinare aperto con invocazione di sanzioni pesantissime. Solo l’intervento del sottoscritto all’udienza disciplinare (la mia presenza sconquassò i piani di lorsignori) non portò ad ulteriori conseguenze l’azione spregiudicata dell’Amministrazione, timorosa di ripercussioni sul piano dell’opinione pubblica che avrebbe reagito duramente ad epurazioni anti-storiche. Questi sono fatti.
Le ciance del sindaco e della Cgil, sono aria fritta buona per non far sentire l’olezzo marcio della illiberalità.
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