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Delitto Moroni: “Mio figlio era fuori di sé, mi sono difeso”

Nella mattinata del 4 febbraio effettuata una ricognizione sul luogo della tragedia

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L'abitazione di via Buozzi in cui vive la famiglia Moroni

Era fuori di sé . Ho avuto paura, mi sono solo difeso“. Sarebbero queste le prime dichiarazioni rilasciate da Roberto Moroni al giudice Carlo Cimini durante l’udienza di convalida dell’arresto per il delitto del figlio Luca.

L’omicidio, consumatosi all’alba del 3 febbraio al secondo piano dello stabile in via Bruno Buozzi 8, sarebbe scaturito al culmine dell’ennesimo violento litigio dovuto alla richiesta di denaro per l’acquisto di droga da parte della vittima nei confronti del padre.

L’uomo sarebbe stato svegliato intorno alle 5 e dopo una breve e violenta colluttazione, avrebbe colpito alla gola con un fendente mortale il figlio. Da chiarire se il coltello da cucina che ha causato la morte della vittima, fosse stato portato in camera dallo stesso pochi attimi prima della tragedia.

Nella mattinata del 4 febbraio, come disposto dal pm Marco Pucilli, è stata effettuata dal dottor Marco Valsecchi dell’Istituto di medicina legale di Ancona, una ricognizione sul luogo della tragedia per cercare di fare luce sull’esatta dinamica del delitto.

E’ attesa a breve, (il 5 o il 6 febbraio) l’autopsia sulla salma di Luca Moroni: anche da questa potrebbero emergere nuovi preziosi elementi per ricostruire con esattezza come si sono effettivamente svolti i fatti.

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