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Senigallia, il febbraio cinematografico è dedicato a Joseph Losey

Il Circolo Linea d'Ombra proietta martedì 4 "Il servo"

Caffespresso
"Il servo" di Joseph Losey, GB, 1963

Dopo il successo del mese di gennaio all’insegna del maestro del brivido Alfred Hitchcock, continua la Stagione cinematografica alla Piccola Fenice curata dal Circolo Linea d’ombra proponendo per il mese di febbraio una rassegna dedicata al grande cineasta statunitense Joseph Losey, intitolata “Joseph Losey, la Metafora del Potere“.

Martedì 4 febbraio verrà proiettato alle ore 21.15 “Il Servo” (97 min, 1963) capolavoro spietato del regista americano, di rara raffinatezza psicologica ed estetica, presentato alla 28a Mostra del Cinema di Venezia, vinse 3 premi BAFTA (Oscar Inglesi) e un Nastro d’Argento nel 1966.

La pellicola ispirata ad un romanzo di Robin Maugham e ambientata a Londra, città che accolse il regista dopo l’abbandono forzato dagli Stati Uniti dovuto alle sue idee ritenute sovversive in pieno maccartismo, sancisce la collaborazione con lo sceneggiatore Harold Pinter, che proseguì per altri due film.
“Il Servo” è un esempio brillante nello sviluppare tematiche care al cineasta quali, la ricerca inquieta delle ragioni morali, psicologiche, politiche dell’agire sociale, la complessità dei rapporti interpersonali di classe e di potere, l’ambiguità di fondo dell’identità umana e della condizione esistenziale.

Tony Mounset (James Fox), giovane aristocratico londinese, assume come cameriere tuttofare Hugo Barrett (uno strepitoso Dirk Bogarde). Il nuovo assunto pur dimostrandosi molto competente e zelante nel compiere il proprio lavoro, attira i sospetti di Susan (Wendy Craig), la fidanzata di Tony. Ben presto il cameriere agendo sulla debole indole di Tony e assumendo una posizione sempre più dominante introduce nella casa la sua compagna (Sarah Miles) e attraverso un piano diabolico arriverà al totale ribaltamento dei ruoli servo-padrone soggiogando completamente il giovane aristocratico.
Il noto critico Mereghetti assegna al film il giudizio più alto, definendolo “un saggio sui rapporti di classe con la logica di un thriller, nel quale l’atmosfera di sfascio e di decadenza è resa con uno stile barocco ma mai fine a se stesso, e lo sviluppo dei rapporti tra i personaggi segue logiche imprevedibili ma spietate“.

La proiezione avverrà in lingua originale sottotitolata in italiano.

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