Il futuro della Sacelit passa per il ricorso di Lanari contro Banca Marche
Dopo l'udienza di febbraio si potrà sapere se verranno riaperte le linee di credito e il cantiere
Sono in “gioco” circa 264 milioni di euro. E sul loro futuro se ne saprà qualcosa di più a seguito dell’udienza (18 febbraio) che dovrà decidere in merito al ricorso del costruttore e imprenditore edile Pietro Lanari sull’interruzione delle linee di credito (prima concesse e poi revocate) da parte di Banca Marche e Banca Tercas.
Una decisione che tutta Senigallia attende, non solo per conoscere il futuro di Banca Marche – in via di pesante ristrutturazione aziendale dopo la scoperta di un passivo da 800 milioni di euro e il commissariamento da parte di Bankitalia – , ma anche per le sorti di uno dei quartieri più chiacchierati della città, l’ex Sacelit-Italcementi.
Nell’area infatti a ridosso del porto recentemente intitolato “Della Rovere” insiste un cantiere deserto dal quale sono state rimosse anche le gru, che doveva rappresentare la rinascita cittadina e l’ulteriore sviluppo abitativo e turistico grazie al progetto Portoghesi. Di tutto ciò è rimasta solo la base delle fondamenta, da cui non si è alzato più nulla proprio perché le contrazioni dei crediti concessi a Lanari hanno messo in crisi la ditta “La Fortezza srl” che aveva firmato l’accordo di convenzione con il Comune di Senigallia.
L’imprenditore anconetano ha chiesto – con un provvedimento d’urgenza ex art. 700 – l’immediata riapertura delle linee di credito paventando un “danno grave e irreparabile” – in modo da far ripartire i cantieri aperti e poter vendere gli appartamenti, manovra dopo la quale vedrebbero la luce anche le opere pubbliche che il Comune aveva chiesto e inserito nella convenzione (per un totale di quasi 20 milioni di euro), come il sottopasso di via Mamiani, quasi concluso ma mai aperto.
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