“La restituzione della mini-IMU è una promessa in stile Berlusconi”
Senigallia, Città Futura risponde al Coordinamento Civico
Di fronte al comunicato stampa del Coordinamento Civico, come Città Futura vogliamo rispondere per dovere di verità politica verso i cittadini. Il Coordinamento Civico, emulando le demagogiche promesse berlusconiane di abolizione dell’Imu sulla prima casa – promesse che sono alla radice dei molti problemi attuali che il governo Letta delle larghe intese non riesce a sbrogliare – promette, in caso di vittoria alle prossime amministrative, “la restituzione della mini-Imu del 2014″.
Come? “Lo farà con un espediente tecnico, fattibile e praticabile con facilità: prevedendo cioè un coefficiente di riduzione della nuova Tasi (che ingloberà Imu e tassa rifiuti) pari sostanzialmente a quanto versato per la mini-Imu“. Questa frase è piena di errori e promesse impossibili da realizzare (anche qui è inevitabile politicamente pensare a Berlusconi!) e rivela una superficialità ed una approssimazione politiche non consone a chi si candida al governo di una città.
Intanto, non è vero che la Tasi ingloberà Imu e tassa rifiuti: per le prime case i cittadini pagheranno la Tari (che sostituisce la Tares e segue le stesse regole, tra cui quella della copertura integrale dei costi) e la Tasi. Per tutti gli altri immobili (seconde case, negozi, capannoni, terreni, ecc… ) si pagherà Imu, Tasi e Tari (questi tre tributi insieme formano la Iuc).
La promessa politica irrealizzabile invece è questa: non esiste un “espediente tecnico fattibile e praticabile per abbattere la Tasi secondo un coefficiente di riduzione tale che, in sostanza, il cittadino sia rimborsato di quanto pagato come mini-Imu“. Infatti, l’importo della mini-Imu è diverso da caso a caso: molti non pagheranno nulla per effetto dei 50 € di riduzione comunale, altri pagheranno importi variabili da pochi euro a 60, 70, ecc… , a seconda del valore della abitazione posseduta. Quindi non esiste un coefficiente che possa di fatto tradursi in una sorta di rimborso: questo è solo berlusconismo politico. Ma i cittadini il valore e gli effetti nefasti di certe promesse hanno ormai imparato a riconoscerli molto bene.
Noi vogliamo invece ricordare che nel 2013 il Comune di Senigallia è stato costretto ad alzare l’aliquota sulle abitazioni principali dal 4 al 6 per mille perché, in difetto, non sarebbe stato possibile chiudere il bilancio di previsione e si sarebbe rischiato il disavanzo, lo sfondamento del Patto di Stabilità ed infine il dissesto. Tra tagli alle risorse trasferite dallo stato e “risparmi” imposti dal Patto di Stabilità mancavano infatti all’appello circa 6 milioni di euro. Questi sono stati reperiti innanzitutto tagliando i capitoli di spesa, fino al massimo possibile ma cercando comunque di garantire i servizi essenziali a cominciare dai sociali, varando un consistente piano di alienazioni immobiliari e, solo in ultima istanza e in mancanza di alternative possibili, ricorrendo alla leva fiscale.
Del resto la manovra sull’Imu abitazioni principali è stata fatta a fronte di un impegno solenne costantemente ribadito dal governo a garantire il rimborso integrale ai comuni dell’intero gettito venuto a mancare in seguito all’abolizione dell’imposta. Se il governo Letta non avesse vergognosamente tradito i propri impegni i cittadini non avrebbero dovuto versare neanche un euro e importanti risorse sarebbero rimaste sul territorio, con grande vantaggio per la città.
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