Senigallia, prima mostra personale di Michele Droghini
Il writer "in arte" Geos espone "Ri-tratto di donna" alla galleria Expo-ex fino al 12 gennaio - FOTO
In arte? Secondo Wikipedia l’artista generalmente è una persona la cui attività si esprime nel campo dell’arte. Nel senso più ampio, l’artista è una persona che esprime la sua personalità attraverso un mezzo che può essere un’arte figurativa, come la pittura, la musica, l’architettura, il disegno, la scrittura, la scultura, la danza, la regia nei suoi vari aspetti, la fotografia, la recitazione. Insomma è il sinonimo di creativo.
E invece, sempre secondo Wikipedia l’arte, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza.
Nella sua accezione odierna, l’arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere “Emozioni” e “Messaggi” soggettivi. Tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione.
Poi c’è quest’altra definizione, quella di artista di strada con la quale si definisce chi si esibisce in luoghi pubblici gratuitamente o richiedendo un’offerta. Le esibizioni sono molto varie e l’unica costante è quello di offrire al pubblico uno spettacolo d’intrattenimento quali giocoloreia, musicali, clown, mimo, arte circense, cantastorie, mangiafuochi, trampolieri. Poi si sa, c’è l’arte che piace e quella che non piace. Ma fa parte della soggettività di ognuno di noi, del nostro metabolizzare ciò che è bello e ciò che, sempre secondo noi, non lo è.
Geos, non chiede offerte nè fa spettacolo pubblico. E’ uno spettacolo vederlo lavorare. Questo si!
Quindi, escludendolo dalla terza delle definizioni esposte, si desume senza ombra di dubbio che si possa – da questo punto in poi – usare per il mio, il nostro amico GEOS il titolo di “Artista”, senza il timore che qualcuno si stizzi per l’uso del termine.
L’inaugurazione della sua mostra è avvenuta venerdì 3 gennaio nei locali della galleria Expo-ex dei giardini della Rocca Roveresca e resterà aperta fino al 12, dalle ore 18 alle 22.
I primi a visitarla sono stati gli assessori Gennaro Campanile e Stefano Schiavoni. Quindi anche il fatto che siano intervenuti ad aprire i battenti di questa mostra due rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, la dice già lunga sulla qualità di quanto esposto e di chi espone. Si pensi poi che l’assessore Stefano Schiavoni è anche un “addetto ai lavori”, sia per il posto che occupa in Giunta come assessore alla cultura e sia per tradizioni artistiche di famiglia del papà scultore. Credo che questo sia un attestato, quindi, ancor più valido. Un motivo atto ad assicurare tutti coloro che considerano invece i Writers non solo, non artisti, bensì individui che procurano danni al patrimonio urbano pubblico, con i loro graffiti. Con questo non bisogna negare ed escludere che non ci siano dei cretini anche tra i writers, ma ce ne sono come in ogni campo delle attività umane, purtroppo!
Devo dire che osservando queste opere, si sottolineo, opere, che piaccia o non piaccia a qualcuno, io ho provato emozioni e ricevuto messaggi. Quali? Ma ognuno, davanti ad una qualsiasi creazione artistica, credo che provi qualche cosa di personale. Quindi esporre il proprio messaggio ricevuto o l’emozione provata, sarebbe cosa utile solo se ci fosse un dibattito, una discussione da portare avanti. Anche se però debbo dire che quello che mi ha colpito con immediatezza, è stato il come GEOS ci ha posto sul “piatto di portata” le sue opere”: i suoi lavori “appoggiati” su materiali poveri e riciclati, quali cassette della frutta, pallets di imballaggi, assi spezzate.
Insomma oggetti che richiamassero la povertà in cui e con cui è solitamente abituata a lavorare quest’Arte. Ma devo dire, con ammirazione, non ci è riuscito. Si, perché le luci, la location, la cura dei particolari, la scelta anche di inserire letture di poesie, ha ingentilito ancor di più, tutto quanto ha disposto con oculatezza, oserei dire maniacale. E poi tutti quei volti femminili hanno completato la sua opera in toto! Sul che cosa ha voluto dire poi lui, con le sue opere, oltre il lapalissiano ricordare quest’anno maledetto costellato di episodi di femminicidi, eventualmente sarebbe interessante conoscerlo direttamente dall’autore, dal creatore, dall’Artista. E per sentire il suo parere basta contattarlo direttamente nei locali della mostra. Del resto è disponibile, con il suo sempre enorme entusiasmo, a parlare di quello che è il suo lavoro, il messaggio che le sue opere intendono dare, delle tecniche che usa…
La sua tecnica, logicamente, è quella dell’aerosol, come del resto lo è per tutti i Writers. La loro maggior dote, almeno io lo ritengo, è il dono delle proporzioni è il trovare il punto di fuga in fase di prospettiva e proiezione. Poi indubbiamente, bisogna anche e soprattutto avere dentro qualche cosa da esternare, la voglia di esternare, come esternarlo e dove esternarlo. Dove si, perché per questi artisti, la “tela” è un oggetto sconosciuto, quasi misterioso.
Sono perennemente alla ricerca di muri, ampie pareti, spazi grigi cittadini, dove far esplodere la loro vitalità, oppure la loro rabbia, o le delicate sfumature dei visi come per l’occasione di Ri-Tratto di Donna, o la vivacità di colori piatti che usa Geos quando i soggetti invece sono dei Cartoons.
Ed infine vorrei chiudere con un invito a pensare rivolto a quei “mancati prelati” che si sono accaniti come “cicciolinomani” contro l’immagine riprodotta da Geos a suo tempo e banalmente contestata. Solo perché essa richiamava dei morbosi sentimenti nei cuori dei più giovani impegnandoli poi a vigliaccheggiare in giochi quali “cinque contro uno” che li avrebbe portati alla sicura cecità… Beh dico loro, compassionevolmente, che hanno avuto visioni personali che però confermano, con le loro stesse critiche, che Geos è un artista. Si perché è riuscito ad impartire “Messaggi” ed “Emozioni” anche a loro, seppur evidentemente costoro lo hanno però recepito in modo del tutto personale… come del resto è giusto che sia nell’arte.
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