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Il vero, l’originale (quanto meno attuale) albero di Natale degli Italiani

Addobbi 2013 in stile "pop-new economy" grazie a Mario, falegname di mare

Il vero e attuale albero di Natale degli Italiani! (foto di Franco Giannini)

In questi giorni che precedono di poco il Natale, c’è chi va ad acquistare le statuine per i presepi, chi si dedica agli addobbi natalizi, chi va per fare shopping, chi in prossimità della fine dell’anno tira le consuete somme (anche se già ne conosce il risultato) e va semplicemente a farsi… come dire… benedire!

Mario, questo il nome di fantasia dell’artista collega di San Giuseppe falegname e seguace del nuovo movimento della “pop-new economy“, quest’anno ha voluto abbandonare le tradizionali e scontate raffigurazioni, optando per questo attuale e caratteristico albero di Natale che, qualcuno con la puzza sotto il naso, definirà non bello. Però sicuramente balla o per lo meno fa ballare, vista l’incaz… di questo periodo sfigato di cui tutti attendono la fine.
Giuseppe un falegname di terra. Mario, invece, falegname di mare.

In questo albero, di terra o mare che sia, è racchiusa tutta la storia economica di questo paese dove persino le facoltà universitarie di “economia e commercio” sono state costrette a mutare il nome, solo in “economia”… onde far fronte ai famigerati e scellerati tagli.

Questo Natale, quindi, più che negli ultimi anni, si basa sulla politica del “taglio”. E anche Mario ne è stato influenzato. Sarebbe stata la cosa più semplice di questo mondo addobbare un abete con tanti lustrini, paillettes e palle multicolori a gogò, con le infinite luci che in questi ultimi tempi hanno fatto di tutto per farci credere di vedere. Però avremmo avuto solo un albero bello, ma che non avrebbe di certo ballato in fatto di sincerità, visto quello che stanno attraversando gli italiani. Forse sballato si!

Allora Mario ha studiato, disegnato, progettato e costruito con le sue mani e i suoi avanzi di lavoro questo albero che ha due funzioni: una concreta e una sottintesa. La prima si vede subito e ognuno la può giudicare come meglio ritiene. La seconda, quella sottintesa, fa una radiografia pungente della situazione del Paese.
Mettiamo allora questa radiografia sullo schermo illuminato e cerchiamo di individuare che cosa ci può dire!

1) Lo scheletro dell’albero si regge per scommessa, perché nasce da una “Base” invisibile o meglio non la possiede proprio (come dicono anche gli esponenti del “Movimento dei Forconi”): infatti i “Vertici” della cima, sono strettamente legati al tetto, come dei condannati all’impiccagione.

2) La stella cometa augurale non è posta sulla punta dell’albero, bensì alla base. Perché sono solo i cittadini dei piani terra, quelli che hanno bisogno degli Auguri. Non certo chi, abitando ai piani alti o al vertice governativo, ha già confermato, spudoratamente e senza alcun ritegno, il suo privilegio nel mangiare il panettone sia in questo Natale che in quello del 2014. E si può, seppur non lo abbia detto, immaginare alla faccia di chi.
Da parte della base, allora, quale tacita risposta espressa come desiderio? Si spera solo che esso sia stato prodotto e confezionato da qualche pasticceria cinese. Buon appetito e buona digestione! Come dire: gentili e falsi! Ma certi insegnamenti, del resto, s’imparano da chi ne sa di più!

3) Il tricolore per ricordarci che siamo in Italia; la scritta Gabon rovesciata per indicare che la strada tra un po’ (e neppure molto distante) sarà questa per molti italiani.

4) Il timone (del Paese) sistemato al destinato alle radici, come dovrebbe essere nella vita di tutti i giorni e non nelle mani schettinizzanti di marinai d’acqua dolce, pronti a genuflettersi ma non altrettanto pronti nell’evitare le nostre scogliere.

5) Le palle non sono state appese, perché divenute, anch’esse, oramai troppo grandi e sproporzionate alle dimensioni dell’albero e incompatibili alla portata del suo scheletro. Il solo appenderne anche una avrebbe potuto solo anticipare il crollo della struttura, ancor prima del fatidico 6 gennaio.
Il vero e attuale albero di Natale degli Italiani! (particolare, foto di Franco Giannini)Ecco che il nocchiero Mario, abituato ai marosi, al posto di legarci le pericolose palle in procinto di scoppi improvvisi, ha allora optato per la scelta di una curiosa specie di accessori, attrezzi, avanzi di legno, corde riciclate, come a officiare il funerale dell’artigianato, o per meglio generalizzare e per dovere di precisione, la morte del lavoro.

6) Essendo il suo DNA legato al mare, come una Venere uscente dalla spuma della risacca, non poteva non ricordare il dirimpettaio Adriatico. Un pannello di plastica con su riportati tre pesci. Quelli che sono rimasti per l’appunto, ancora gli ultimi da pescare e immortalati a futura memoria per i posteri. Poi, dulcis in fundo, da pescare resteranno solo fogli di plastica!

7) Ma, Mario, voce grossa e cervello fino, è un acuto osservatore che da sotto i baffoni alla Sor Peppone seppure con le sue frecciatine, si augura e augura a tutti gli italiani (sempre e solo quelli della base) un impercettibile senso dell’ottimismo.
Come si può vedere dalla foto a lato: in un tubo di gomma, di quelli usati per travaso del nettare degli dei, ha posto un filo di lucine (Gente, ohi, non son mica da confondere con i neutrini della Gelmini!!) che rappresentano l’inizio della ripresina, che, promette lui, ci sarà sicuramente (attenzione però che lui è si falegname, ma pure marinaio, con l’aggravante della nomea, di essere un gran pigliaingiro)!

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